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04-09-2019
FRONTIER GUARDS
Splendida imperfezione
di Roberto Alessandro Filippozzi
Su queste pagine abbiamo avuto l'onore e il privilegio di seguire ogni singolo passo della carriera di Frontier Guards, act ceco guidato da Martin Pavlik che esordì nel 2008 con l'album "Predestination", e che col recente "You" è giunto al suo quinto full-length in studio. Se in principio le sonorità erano riconducibili alla migliore IDM, col passare degli anni e delle uscite il progetto ha progressivamente virato con successo verso stilemi EBM/dark-electro, avvicinandosi al concetto di vera e propria band. Ha quindi sorpreso - almeno in parte - ritrovare Martin solo al comando in "You", lavoro che recupera con la consueta classe e raffinatezza l'IDM filmica degli esordi in un quadro esclusivamente strumentale. Curiosi di comprendere se si sia trattato di un ritorno alle origini o, piuttosto, di una digressione che esula dalla naturale evoluzione del progetto, abbiamo colto l'occasione per intervistare Martin (conciso ma disponibile interlocutore), onde approfondire i contenuti di "You" e comprendere quale sia la rotta che Frontier Guards seguirà in futuro...
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Col precedente album "Oblivion", l'evoluzione di Frontier Guards ha portato il tuo progetto ad avvicinarsi al concetto di band, specialmente in virtù del maggiore impiego della voce. Nel nuovo album, invece, ci sei solo tu e le composizioni sono interamente strumentali: quali ragioni hanno portato a tale scelta?
"È stato un caso della vita, l'album è stato creato velocemente in soli 2-3 mesi. E si tratta di un lavoro dedicato ad una persona in particolare, come si può leggere all'interno del digipack."
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Coi precedenti lavori, ed in particolare con "Oblivion", il tuo sound si è avvicinato sempre più all'EBM ed alla dark-electro, mentre "You" riporta a quella IDM/downtempo cinematica degli esordi di Frontier Guards: solo una digressione, oppure la volontà di tornare in qualche modo alle tue origini?
"Ho concepito l'album come se con esso mi stessi prendendo una pausa. Volevo semplicemente provare a creare al di fuori dell'elettronica più dura, tipo l'EBM, e forse ci sono riuscito. Il disco è in qualche modo "più fragile", sia nel suono che nell'umore. Conterò di nuovo sulle vocals nelle prossime uscite, ed il nuovo album è già in preparazione."
"La speranza è il pilastro dell'esistenza, la forza che guida le azioni positive verso il raggiungimento di un traguardo. Ciò si relaziona anche con la fede, l'amore, i valori umani e le virtù, tratti dell'umanità che sono i valori fondanti ed il messaggio stesso dell'album..."
(Martin Pavlik)
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Entriamo ora nei contenuti dell'album iniziando dal suo titolo, "You", decisamente aperto alle interpretazioni: quale chiave di lettura suggerisci?
"Sì, non resisto alla possibilità di lasciare aperte le interpretazioni, ed anche se sia l'album che il brano "You" sono dedicati ad una specifica persona, tutti possono ritrovarsi sia nel disco che in quel particolare pezzo, oppure possono pensare al proprio partner."
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Abbiamo detto di come nell'album siano assenti le parti vocali: come giudichi, a posteriori, questa tua drastica decisione?
"Quando ci penso adesso, credo che sicuramente i brani avrebbero meritato la presenza delle vocals, e mi vengono in mente delle voci femminili in stile Delerium. Farò di meglio la prossima volta (lo dice con ironia, nda)."
"Non sono mai soddisfatto della mia musica o del sound risultante, tutto il mio lavoro mi sembra costantemente imperfetto. Dopo aver composto un album, non ho desiderio di ascoltare la mia musica: devo prendere le distanze da essa, ma forse questa cosa è tipica dei musicisti..."
(Martin Pavlik)
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Molti pezzi del nuovo album prendono le mosse dalle note del piano: in tal senso, c'è qualche nome in particolare che ti ha ispirato?
"Sono molti i nomi che generalmente mi ispirano: Front Line Assembly, Clock Two, Pain Station, Joy Camp, Disharmony... Ma quando si tratta del piano, nominerei Ludovico Einaudi, il cui lavoro mi è tornato in mente componendo il nuovo album."
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Come già detto, la tua musica è particolarmente filmica: quale tipo di immagini e scenari intendi evocare coi tuoi suoni?
"Anzitutto la speranza. Essa è il pilastro dell'esistenza, la forza che guida le azioni positive verso il raggiungimento di un traguardo. Ciò si relaziona anche con la fede, l'amore, i valori umani e le virtù. Descriverei questi tratti dell'umanità come i valori fondanti ed il messaggio stesso dell'album."
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Uno degli aspetti più importanti del tuo sound è l'alta qualità della produzione, che esalta tutti gli squisiti dettagli propri della tua musica: come lavori in tal senso?
"Domanda piuttosto intricata (ride, nda)! Non sono mai soddisfatto della mia musica o del sound risultante. Tutto il mio lavoro mi sembra costantemente imperfetto. Forse c'è della bellezza, difficile dirlo... Ad ogni modo, dopo aver composto un album non ho desiderio di ascoltare la mia musica: devo prendere le distanze da essa, ma forse questa cosa è tipica dei musicisti (sorridendo, nda)."
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Parlando dei responsi dei tuoi ascoltatori, che tipo di feedback hai ricevuto riguardo al nuovo album?
"Per me la musica è la più emozionale delle arti, ed è per questo che ho iniziato a comporre. La musica è un tipo di arte estremamente variegato. Eppure (ah, questi paradossi!), come ho detto in precedenza, considero la mia musica imperfetta, quindi non sono mai preoccupato nel presentarla ai miei ascoltatori. Altro paradosso: comunque venga fuori la mia musica, credo in essa a dispetto della sua imperfezione. Credo in ciò che andrò a comporre ed al modo in cui rilascerò l'intero lavoro. Come lo accoglierà la gente? Sta a loro, hanno il diritto di criticare. E senza né critiche né ascoltatori, non c'è musica: sono vaso comunicanti."
"La musica non è decaduta, infatti ve ne è molta. Le edizioni su piccola scala sono dominio dei collezionisti di manufatti, la gente ha iniziato a collezionare CD come si fa coi quadri, ed accade ormai da parecchio tempo..."
(Martin Pavlik)
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La versione in formato fisico di "You" consta di sole 100 copie: si tratta realmente della fetta di mercato a cui progetti come il tuo possono aspirare, oppure è solo una delle tante storture del mercato musicale odierno?
"Poche persone potevano fare musica elettronica 15-20 anni fa. Oggigiorno, strumenti e software sono molto più accessibili. Penso che i software più recenti abbiano reso la musica più facile e veloce da comporre. Ora puoi conseguire arrangiamenti audaci e costruzione sonora molto più velocemente, ed anche più "purezza" ed "eleganza" che mai, ma questa è solo la mia opinione, e potrei sbagliarmi. La musica non è decaduta, infatti ve ne è molta. Asserisco che le edizioni su piccola scala per dei solidi media siano dominio dei collezionisti di manufatti. La gente ha iniziato a collezionare CD come si fa coi quadri, ed accade ormai da parecchio tempo. Questo è lo stato attuale delle cose, ma forse - di nuovo - mi sbaglio..."
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Col nuovo album sei tornato ad incidere per la slovacca Aliens Production, etichetta che per prima ha creduto nella tua proposta: un semplice ritorno all'ovile, oppure non sei rimasto soddisfatto delle esperienze maturate sotto marchi differenti?
"Di certo non percepisco alcuna etichetta come peggiore o migliore di altre. La Aliens Production tenta di sopravvivere come ogni altra label, è un lavoro impegnativo per chi realmente scova nuovi talenti. Una cosa è avere un'etichetta come hobby, altra cosa è riuscire a farne un lavoro. È una dolce schiavitù."
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Al momento sei da solo, ma ci sarà la possibilità di rivedere presto Frontier Guards sui palchi?
"Sono in attesa che Patrik Lev torni dalla sua permanenza all'estero e che finisca l'album dei Depressive Disorder, dopodiché dovremmo riunirci per suonare dal vivo il prossimo anno."
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Siamo in chiusura, quindi approfitto per chiederti quale direzione prenderà il prossimo album e se ci sono altri progetti di cui dovremmo essere informati...
"Il prossimo lavoro di Frontier Guards sarà molto più duro e ci saranno le parti vocali. Per quanto riguarda gli altri progetti, io ed il mio collega Patrik Lev abbiamo riesumato un progetto ancora senza nome e stiamo vedendo cosa ne viene fuori, di certo voi di Darkroom Magazine sarete tra i primi ad esserne informati..."
http://www.frontierguards.eu/
http://www.label.aliens.sk/