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21-12-2009
DUPONT
Verso una nuova era glaciale
di Roberto Alessandro Filippozzi
Il 2009 volge definitivamente al termine, ed inevitabilmente l'intera scena si mobilita per i consueti bilanci di fine anno. Parlando dell'elettronica che amiamo ospitare su queste pagine, al solito abbiamo avuto alti e bassi, sorprese e tonfi, ottimi dischi e prove mediocri, ma non è questa la sede giusta per dividere i buoni dai cattivi... Quel che è certo è che, fra i ritorni più significativi e positivi dell'anno, uno dei nomi che inevitabilmente svettano sull'agguerrita concorrenza è quello dei Dupont, duo svedese del quale si erano perse le tracce ormai da quasi cinque anni, quando il buon secondo album "Intermezzo" mieteva già notevoli consensi... Fortunatamente il dinamico duo formato da Riccardo (voce) e Danucci (macchine) non si è mai né sciolto né dissolto, ed anzi, ha continuato a lavorare nell'ombra lentamente, fino a tornare sul mercato nel 2009 con l'atteso terzo album "Entering The Ice Age", prima release dei Nostri per quella Progress Productions che sta davvero tirando fuori il meglio della scena elettronica alternativa svedese. Ed in un panorama (quello svedese, appunto) che negli ultimi anni ha mostrato un notevole amore per il recupero delle sonorità EBM più minimali e tipicamente 80s, spesso con risultati alterni, fa piacere vedere come i Dupont abbiano invece inteso aggiornare e contaminare la propria matrice electro body music (di base più legata ai 90s), forgiando canzoni coinvolgenti e capaci di andare ben oltre quegli schemi precostituiti che pur stanno facendo la fortuna di svariate altre band del settore. Intelligenza e coraggio sono qualità preziose che hanno fatto di "Entering The Ice Age" uno dei migliori lavori in ambito EBM e affini di tutto il 2009, e siamo lieti di avviarci alla conclusione dell'anno solare chiacchierando amabilmente col cordiale e simpatico frontman Riccardo, col quale abbiamo toccato tutti i punti di interesse gravitanti attorno al microcosmo dei redivivi Dupont...
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Nonostante le buone recensioni ed i positivi riscontri avuti col vostro secondo album "Intermezzo", siete rimasti fuori dalla scena per quasi cinque anni: come avete impiegato, artisticamente parlando, questo lungo lasso di tempo? Si è forse trattato di una pausa intenzionale?
"Abbiamo prodotto un po' di canzoni durante questo periodo, ma con un'andatura lenta. Molte di quelle canzoni sono state abbandonate perché non si adattavano al sound più live-oriented che stiamo ricercando. Molto del nostro tempo è stato focalizzato nel trovare il nostro live-concept, che ora riteniamo essere quello giusto. Ma al tempo stesso sono il primo ad ammettere che 4/5 anni sono decisamente un tempo troppo lungo fra due pubblicazioni."
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Finalmente quest'anno siete tornati con un nuovo album, ed ancora una volta i responsi sono stati molto positivi: dopo alcuni mesi, come giudichi l'accoglienza riservata ad "Entering The Ice Age"?
"Alcune recensioni sono state così travolgentemente buone che sono rimasto profondamente toccato nel leggerle. Un sogno che si avvera, fondamentalmente. Giudicando dalle posizioni in lista in Germania abbiamo certamente creato un po' di scompiglio col primo posto nella classifica GEWC (German Electronic WebCharts, nda) ed entrando nei top 5 della DAC (Deutsche Alternative Charts, nda) col nostro EP "New Dawn". A parte tutto siamo più che lieti per come è stato recepito l'album."
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Il nuovo album segna il vostro passaggio su Progress Productions, che per quanto mi riguarda è semplicemente una delle migliori etichette del momento, sicuramente la migliore nel presentare il meglio della scena svedese: cosa puoi dirci circa la vostra collaborazione con loro?
"Il label-manager Torny Gottberg (Project-X) ha fatto un lavoro grandioso in breve tempo per rendere la Progress Productions l'etichetta al top in fatto di qualità in Svezia, sminuendo realmente la competizione a mio parere. L'etichetta ha fondamentalmente aspirato le band realmente migliori della Svezia nella sua famiglia. Come label è fondata sul cameratismo e sulla creatività. Conoscevamo Torny da parecchi anni, e dopo averci visti ad un festival ad Oslo ci ha invitato a Götheborg per un concerto in un club. Sin da quel giorno ogni cosa è andata a meraviglia ed abbiamo deciso di lavorare insieme per il prossimo album. Oggi siamo molto felici di quella decisione, e so che Torny la pensa allo stesso modo."
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Ora addentriamoci in "Entering The Ice Age", partendo dal titolo e dal suo significato più profondo: percepisci in qualche modo l'era in cui viviamo come una 'nuova era glaciale', magari sul piano emozionale o qualcosa di simile?
"Beh, sei vicino alla realtà. 'Entrare' implica un movimento in avanti ed 'era glaciale' implica un livello più primitivo. Credo che il segreto dietro a talmente tante cose stia nel capire la nostra natura primitiva. È una buona idea guardare indietro per andare avanti, per così dire."
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Cosa puoi dirci riguardo ai testi del disco, purtroppo non inclusi nella confezione? Esiste un tema principale che fa capo all'intero lavoro?
"In generale non mi piace sovranalizzare i testi. Le parole sono solo semi flessibili che possono crescere per diventare piante differenti a seconda delle persone. E questo è il modo in cui credo dovrebbe essere. Nessuno può dire ad alcun altro quali esperienze fare, dopo tutto. Il tema principale sono probabilmente le emozioni umane e, a volte, un qualche tipo di esercizi d'ipnosi per sentirsi meglio."
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Musicalmente parlando ho definito "Entering The Ice Age" come il miglior album EBM del 2009. Nonostante molte influenze attraversino il vostro stile, pensi ancora ai Dupont come ad un gruppo EBM, come era lampante per i precedenti lavori?
"Per me non è assolutamente chiaro che noi siamo un gruppo EBM, sento molto rock e diversi tipi di elettronica nel nostro sound. Ma siccome tutti avvertiamo il bisogno di catalogare, noi probabilmente dovremo convivere con l'etichetta EBM per ancora un po' di tempo. Ed io non me ne preoccupo affatto, poiché ad ogni modo EBM è forse la descrizione più corretta per noi."
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Sebbene si possa dire che non siete più puramente EBM, credo siate stati in grado di prendere le grandi lezioni della storia del genere e di portarle ad un altro livello attraverso la vostra personalità, laddove altre band (buona parte delle quali è svedese) come Spetsnaz o Autodafeh stanno magari realizzando dei buoni lavori, ma suonano esattamente come Nitzer Ebb, DAF, Front 242 etc... Qual è il tuo punto di vista circa il solco che siete riusciti a creare fra voi e queste band e cosa pensi di questa ondata di 'nostalgici' della vecchia scuola EBM?
"Se prendiamo ad esempio Pontus degli Spetsnaz e guardiamo al meraviglioso talento che possiede, capiamo velocemente che quel ragazzo può fare qualsiasi cosa. Può fare così tanto in più rispetto al suono tipicamente Nitzer Ebb che crea attualmente: synthpop, new romantic, persino reggae! Lui ha scelto davvero consciamente di fare il tipo di musica che fa. La differenza con me, quale songwriter dei Dupont, è che sento di non avere quel tipo di scelta: ho soltanto la capacità di esprimere cosa c'è nella mia mente al momento, il che è ovviamente una limitazione, perché può portare a risultati così fuorvianti... Ma ti prego di non prendere queste mie parole come dati di fatto, sto davvero solo ipotizzando..."
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Il songwriting per il nuovo album è davvero eccellente! Sembra che abbiate in effetti raggiunto una nuova consapevolezza dei vostri mezzi, unita ad una nuova energia vitale nel far suonare i pezzi come devono: si tratta del risultato della maggiore esperienza maturata sul campo?
"Anzitutto ti ringrazio. Penso che tu abbia assolutamente ragione, è questione di maturità ed esperienza."
"Per me non è assolutamente chiaro che noi siamo un gruppo EBM, sento molto rock e diversi tipi di elettronica nel nostro sound. Ma siccome tutti avvertiamo il bisogno di catalogare, noi probabilmente dovremo convivere con l'etichetta EBM per ancora un po' di tempo. Ed io non me ne preoccupo affatto, poiché ad ogni modo EBM è forse la descrizione più corretta per noi..."
(Riccardo)
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Penso inoltre che i nuovi brani suonino più versatili rispetto al passato e che le strutture di ogni canzone siano semplicemente perfette: cosa è cambiato nel vostro modo di lavorare?
"Wow, onestamente non saprei. Forse si tratta anche qui di esperienza..."
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A tal proposito, il più grande quotidiano svedese vi ha definiti "al top della forma": come ci si sente nel ricevere un simile elogio da parte di un media così importante?
"È davvero grandioso. Quel tipo di giornale si occupa normalmente solo degli artisti più famosi, quindi ricevere attenzioni come quelle è stato più che grandioso. Nello stesso articolo hanno menzionato anche i VNV Nation ed il loro ultimo album, ma la maggior parte del testo riguardava noi ed abbiamo avuto anche la foto, il che mi ha reso orgoglioso (lo dice con un sorriso che è tutto un programma, nda)."
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Quale tipo di cose/musica/sentimenti vi hanno influenzato durante la composizione del nuovo materiale?
"È passato molto tempo da "Intermezzo" e durante questi anni sia Danucci che io siamo passati attraverso molte cose buone e cattive, come certe relazioni. Io mi sono separato dalla mia ragazza, il che di certo si riflette nelle canzoni. C'è molto amore e dolore nei testi. L'album è anche caratterizzato da qualche nuova attrezzatura, come ad esempio i synth DSI ed il Nord Moduler G2."
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Sia Eskil dei blasonati Covenant che Oscar Holter dei grandiosi Necro Facility vi hanno aiutati con alcuni brani, ma soprattutto vi hanno 'ispirati' per questi pezzi: come è stato lavorare con loro? Oscar, ad esempio, è giovanissimo ma così talentuoso...
"Oscar ha un talento fuori dal mondo ed è al numero 1 delle liste commerciali in Irlanda ed in Grecia. Nonostante la sua piena giovinezza è un riconosciuto produttore internazionale che scrive pezzi per molti artisti. Io ed Oscar siamo diventati buoni amici e ci siamo ispirati l'un l'altro solamente passando del tempo assieme. Eskil non necessita di introduzioni, posso solo dire che non esiste miglior mentore quando si tratta del nostro genere di musica. Entrambi questi gentlemen ci hanno aiutati nella registrazione di alcuni pezzi, ma nessuno dei due è stato coinvolto nella scrittura, né nella produzione."
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Una delle cose che più mi hanno colpito è la qualità delle parti vocali, che trovo molto migliorate rispetto ad "Intermezzo" e che ora funzionano perfettamente all'interno delle vostre strutture sonore: come hai lavorato per giungere ad un simile risultato?
"Wow, grazie! Ancora una domanda difficile. In effetti sono soddisfatto delle vocals, ma davvero non saprei dire quale sia la differenza rispetto al nostro precedente lavoro. Una spiegazione naturale potrebbe essere il fatto che ora sono semplicemente un cantante migliore."
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Sono anche rimasto colpito dalla qualità della produzione, anch'essa molto migliore rispetto al passato: immagino che anche la nuova attrezzatura abbia fatto la sua parte...
"Sì, abbiamo impiegato nuovi macchinari, come dicevo prima. Abbiamo anche appreso alcuni trucchetti in fase di produzione da altri musicisti, come ad esempio da Oscar Holter."
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Saprai certamente che la maggior parte dei gruppi del settore dark-electro si avvantaggia dei preset per assemblare facili club-hit. Di certo voi lavorate in modo differente, più vicino allo spirito dei 90s ma in maniera assolutamente attuale: quali sono le lezioni più importanti che avete appreso dalla musica elettronica della decade passata?
"Ci lasciamo ispirare da diversi tipi di musica ed anche dalle cose che ci circondano. Mi piacerebbe pensare che siamo principalmente ispirati dal presente e dagli 80s per quanto concerne la nostra educazione. Gli anni '90 sono il periodo in cui abbiamo iniziato a fare la nostra musica, quindi direi che in ciò sta la più grande lezione appresa. Just do it!"
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"New Dawn" è stata scelta quale primo singolo estratto da "Entering The Ice Age", ed ho apprezzato tale scelta perché penso che mescoli alcune interessanti influenze dance col vostro stile in modo intelligente, creando una brillante combinazione che può realmente aprirvi nuove porte e coinvolgere tipi differenti di ascoltatori: che ne pensi? Lo ritieni uno dei vostri brani più coraggiosi?
"La canzone è stata scelta perché è comparabilmente di facile ascolto e piuttosto orecchiabile. Forse non è il tipico pezzo dei Dupont, sebbene non manchino tutti gli ingredienti tipici, ma al tempo stesso sapevamo che questo brano poteva creare dell'interesse anche presso un pubblico più ampio. Con un po' di fortuna può invogliare quello che non è il tipico ascoltatore dei Dupont a volerne sapere di più e a scandagliare più in profondità il nostro materiale."
"Se prendiamo Pontus degli Spetsnaz e guardiamo al meraviglioso talento che possiede, capiamo che quel ragazzo può fare così tanto in più rispetto al suono tipicamente Nitzer Ebb che crea attualmente... Lui ha scelto davvero consciamente di fare il tipo di musica che fa. La differenza con me è che sento di non avere quel tipo di scelta: ho soltanto la capacità di esprimere cosa c'è nella mia mente al momento, il che è ovviamente una limitazione, perché può portare a risultati così fuorvianti..."
(Riccardo)
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Cosa puoi dirci circa il video girato per "New Dawn"? Penso che anche il clip, così come il brano in sé, possa rappresentare un modo intelligente per attrarre ascoltatori di tipo diverso, visto che le immagini non sono roba per sola 'gente dark'...
"Il video è stato girato principalmente al Tech Noir, che è il più importante club alternativo di Stoccolma, ma il clip in sé non è così underground. Naturalmente non abbandoneremo mai il nostro background EBM/synth, ma non vogliamo catalogarci completamente. Nel video c'è spazio per molto più che questo, e mi piace. Il clip è stato diretto da Leo Josefsson, cantante dei Lowe."
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Il singolo "New Dawn" è disponibile nel solo formato digitale: cosa pensi di questo tipo di release?
"Mi piace perché ci vogliono pochissime settimane dalla decisione al prodotto finito. Forse perde un po' di credibilità, ma nel caso di "New Dawn" l'impatto è stato buono quanto quello delle uscite tradizionali in quanto a promozione, posizione nelle classifiche e recensioni. Attualmente le release digitali sono un buon complemento, ma il fenomeno è destinato a durare e probabilmente dominerà nel futuro."
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Tornando all'album, mi è piaciuta molto la nuova versione di "Behave", il vostro primissimo singolo: perché avete deciso di riprendere questo brano e come avete lavorato su di esso in modo da adattarlo al resto del materiale?
"Il pezzo è uscito sull'EP "Behave" nel 2000 ed era stato cantato dal nostro vecchio singer, ed ora sentivamo di voler reclamare la canzone. Abbiamo pensato che il brano meritasse di uscire su di un album, poiché è davvero un marchio di fabbrica per noi. Ovviamente abbiamo registrato nuove parti vocali e fornito alla produzione un suono più aggiornato per adattarlo al resto dell'album."
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Parlando di materiale datato, ho notato che il bonus-CD che accompagna l'edizione limitata dell'album (intitolato "Entering The Bonus Age") contiene fondamentalmente vecchi brani: cosa vi ha spinti a optare per questa scelta, laddove altri gruppi si limitano a pubblicare solo remix?
"Non vogliamo abusare dei remix. È facile entrare nella follia da remix, dove la varie rielaborazioni sono buttate assieme in tempo zero con risultati insignificanti. D'altro canto ho imparato che il materiale demo può avere molto valore per i fans più fedeli e per i collezionisti."
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Qual è il migliore stato d'animo per apprezzare pienamente "Entering The Ice Age"?
"Credo che l'ascoltatore debba essere in uno stato di speranza e lussuria, come se stesse aspettando il meglio della vita, ma anche come se si stesse preparando al peggio. Adorerei lasciare l'ascoltatore ispirato per esplorare qualunque cosa egli necessiti di esplorare. Ingaggiate una nuova sfida oggi!"
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Ora addentriamoci nel mondo dei Dupont: come lavorate insieme? Chi si occupa di comporre testi e musiche?
"Sono io a scrivere i testi e a comporre le musiche. Danucci è il coordinatore e co-produttore, e contribuisce con inestimabili input dal suo background di DJ."
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Sembrate avere una precisa, forte, chiara e concreta visione di ciò che la vostra musica deve essere. Qual è questa visione secondo te?
"Vogliamo un tratto sonoro che unisca i vecchi pionieri tedeschi dell'elettronica col post-punk britannico, ma vestito di un costume al passo coi tempi. Vogliamo che i nostri show siano energici e penetranti al tempo stesso. Alla fine desideriamo che gli ascoltatori lascino il concerto in uno stato inspiegabilmente buono."
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Più che sul mero aspetto danceable, sembrate concentrarvi anzitutto sulle emozioni. Quanto contano le emozioni nel vostro lavoro?
"Tantissimo. Le emozioni sono sempre presenti in ciò che facciamo."
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La scena elettronica alternativa ha riscoperto i messaggi politicizzati, soprattutto grazie a certi gruppi EBM: secondo voi è importante sfruttare il potenziale della musica per lanciare dei chiari messaggi?
"Non ci occupiamo di politica e non abbiamo messaggi di quel tipo. Non è che non ci interessi, perché in effetti ci importa, ma almeno nel mio mondo la musica e la politica non si adattano l'una all'altra. Per me musica significa sentire qualcosa e parlare all'inconscio, all'opposto della politica, che è invece un processo molto conscio. La politica ti trascina fuori dall'auspicata trance indotta dalla musica."
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Cosa ti piace ascoltare al momento e quali gruppi ti hanno letteralmente cambiato la vita? E quale brano sceglieresti se doveste cimentarvi in una cover attualmente?
"Al momento ascolto Kite, The Mary Onettes, Editors, Interpol, Satie e tonnellate di progressive house. I gruppi che mi hanno cambiato la vita sono senza dubbio Joy Division, A-ha e DAF, e se dovessimo fare una cover sceglierei sicuramente "Atmosphere" dei Joy Division."
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Nella vostra Svezia, che è sicuramente la nazione migliore per l'elettronica di qualità, sembra esserci più interesse per i gruppi che si rifanno all'EBM vecchia scuola che non per nomi capaci di offrire un suono particolare ed intelligente come Interlace, Necro Facility, Cryo etc... Pensate che un approccio più maturo verso l'EBM come il vostro possa garantirvi buoni riscontri in patria? E quali sono in generale i Paesi più ricettivi nei vostri confronti? In Russia sembra esserci un certo interesse verso i Dupont...
"La Scandinavia è in una spirale discendente in termini di festival e concerti del settore. Parecchi grossi eventi come il Tinitus Festival ed il celebre SAMA sono spariti e c'è poca roba con cui rimpiazzarli. Ringrazio Dio che c'è l'Arvika Festival! Il mercato migliore per i Dupont è sempre stato la Germania. È solo di recente che siamo stati invitati in Paesi come la Russia. Anche in Italia abbiamo bisogno di essere più attivi, stiamo cercando aiuto da parte di qualcuno lì da voi che ci aiuti a comunicare coi promoter. Al momento non c'è alcuna campagna a nostro favore attiva in Italia, ma abbiamo bisogno di cambiare le cose perché necessitiamo di passare più tempo sul suolo italiano. Qualche idea? Nel caso, per favore fatecelo sapere."
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Restiamo sui concerti: ancora ricordo con piacere il vostro show di supporto a Seabound e Covenant circa sette anni fa, e solo quest'anno siete tornati da noi per un live a Napoli: che ricordi avete di queste esperienze italiane?
"Quando siamo venuti a Napoli nell'aprile di quest'anno era la nostra seconda volta in Italia, la prima al Sud. Quando siamo usciti dall'aeroporto c'erano otto ragazzi dell'organizzazione che ci aspettavano con quattro macchine. In un istante eravamo parte della loro famiglia, e prima di allora non ho mai visto il tipo di ospitalità e di interesse che ci hanno mostrato loro. La nostra prima volta in Italia fu a Vicenza, ma quella visita fu molto breve. Ricordo che facemmo un piccolo pic-nic presso un castello sulle montagne, e fu molto bello (spero non foste all'aperto, col freddo che faceva... mi pare fosse gennaio! nda). In altre parole, le nostre esperienze dall'Italia sono consistentemente molto buone."
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Pochi giorni fa avete suonato a Mosca in un festival assieme ad uno dei migliori gruppi italiani: i Kirlian Camera. Che impressione ti sei fatto di loro? C'è qualche altra band italiana che apprezzi?
"I Kirlian Camera sono decisamente un grande gruppo. Li ho incontrati solo di sfuggita nel backstage mentre riempivo il frigo con le Red Bull che ci servivano per il party coi Diorama. Penso che i Kirlian Camera abbiano fatto un bellissimo show, molto atmosferico. Altri gruppi italiani che apprezzo sono Pankow e Neon."
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Cosa c'è nel futuro dei Dupont? Nuove uscite, concerti, altro?
"Stiamo considerando tutte le opzioni e stiamo lavorando al nuovo materiale. Ad ogni modo l'obiettivo principale al momento è fare concerti. Penso che suonare dal vivo sia il miglior modo per comunicare con gli ascoltatori ed al tempo stesso passare dei bei momenti."
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Quindi l'obiettivo primario restano i concerti, e difatti sarete presenti al "Planet Myer Day", organizzato dal genio Daniel Myer (Haujobb), il cui invito immagino sia un onore per voi...
"Sì, suonare dal vivo è una delle proprietà e partecipare al "Planet Myer Day" di Daniel è un grande onore per noi, dal momento che siamo grandi ammiratori del suo lavoro."
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Avvicinandoci alla fine dell'intervista, possiamo concederci qualcosa di più leggero... Non ti preoccupa il fatto che, quando qualcuno menziona il nome Dupont, la stragrande maggioranza della gente pensa a delle calze di lycra o a roba del genere?
"Ha ha ha! No, non mi preoccupa, so che la maggioranza delle persone nel mondo non approfondirà ciò che facciamo. C'è un gruppo esclusivo di persone che ci capisce, e quelli sono la gente con cui vogliamo essere connessi."
"Non è che non ci interessino i temi politici, ma almeno nel mio mondo la musica e la politica non si adattano l'una all'altra. Per me musica significa sentire qualcosa e parlare all'inconscio, all'opposto della politica, che è invece un processo molto conscio. La politica ti trascina fuori dall'auspicata trance indotta dalla musica..."
(Riccardo)
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Bene, siamo giunti alla fine, un'ultima domanda che è più una curiosità: come mai vi siete scelti dei nomi artistici come Riccardo e Danucci, che suonano decisamente italiani?
"Perché siamo italiani nell'animo, drammatici e pieni di emozioni proprio come voi (lo dice col sorriso sulle labbra, nda)!"
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