05-01-2009
STANDEG
"Ultrahightechviolet"
(Artoffact)
Time: (66:57)
Rating : 9
Dopo le buone premesse evidenziate qualche mese fa col mini "Rushing Pictures", distribuito solo in formato download (inizialmente in forma gratuita per un limitato periodo promozionale), ecco finalmente il debutto sulla lunga distanza del duo tedesco Standeg, capitanato da quel Björn Jünemann che ricordiamo nei quotatissimi Haujobb all'epoca di "Freeze Frame Reality" (1995) e completato da Sven Jünemann (alla chitarra in cinque brani del medesimo storico album). I trascorsi di Björn negli Haujobb del geniale Daniel Myer, act che in carriera ha dato forti scossoni in termini di qualità e creatività all'elettronica alternativa di stampo oscuro, hanno senza dubbio lasciato il segno, ma il grandissimo valore degli Standeg prescinde da ciò: siamo di fronte ad un duo capace di manipolare la materia elettronica più evoluta, elegante ed intelligente con assoluta maestria e classe, intrecciandovi alla perfezione chitarre graffianti e sfruttando influenze molto ampie in un sound dalla spiccata personalità, sempre coerente con le prerogative artistiche di musicisti con una chiara visione d'insieme che sanno cosa vogliono e come ottenerlo, nonché capaci di cesellare suoni qualitativamente superiori. La grande abilità compositiva e realizzativa del duo, supportata da una produzione a dir poco eccelsa, emerge immediatamente con l'opener "Replikant", brano strumentale (uno dei tanti nel disco) in cui le chitarre ed una batteria acustica irrompono sulle eleganti basi electro, spingendosi sino a far assumere al sound connotati sorprendenti; segue, non certo a caso, una sensazionale cover del classico degli Haujobb "Homes & Gardens", resa più melodica, dinamica e 'cattiva' nella rilettura del duo tedesco. Ma ogni episodio del dischetto è un gioiello a sé stante: da "Photograph", in cui suoni stellari si intersecano con classe innata, fino alla mirabile costruzione melodica della conclusiva "Image In Motion", passando per momenti da pura soundtrack quali la lunghissima e spettacolare "Revol/Vex" o "Teaser/One", oppure per episodi energici quali la praticamente perfetta hit "25 Hours", la velenosa ed 'haujobbiana' "Imprint Image" e la catchy "Retribution" (con un refrain ai confini col pop semplicemente geniale), vale la pena assaporare ogni minuto di questo eccezionale debut-album, che fa respirare a pieni polmoni l'intelligenza dell'IDM, la raffinatezza tipicamente downtempo, la solidità dell'EBM e l'energia del rock in ogni istante, fondendo il tutto in un sound esaltante. L'infinita classe del duo e l'estrema abilità nel tessere arrangiamenti magistrali emerge sempre e comunque, come dimostrano anche l'elegante "Further Dose", la pulsante (e nuovamente 'haujobbiana') "Vanity" e soprattutto l'ipnotica "Easy To Forget", squisitamente energica nelle sue autentiche fiammate di chitarra. Oltre alle eccezionali doti tecniche e compositive, il duo sfoggia un'innata capacità nel fondere nuove influenze all'elettronica che anima il proprio sound, andando di fatto a delineare nuovi orizzonti sonori che i 'discepoli del preset' tanto in voga al momento non riuscirebbero mai neppure a lambire in un'intera carriera... Et voilà: il gioiello è servito (in una bella ed elegante confezione digipack dai suggestivi toni di bianco e viola)! Il cielo sa quanto la nostra elettronica abbia bisogno di simili artisti e di lavori di questa portata, capaci di soddisfare il più intransigente dei 'palati electro' con sorprendenti risvolti a tutto campo, score music compresa: da avere, senza alcun dubbio. A un passo dal capolavoro, che verosimilmente arriverà presto.
Roberto Alessandro Filippozzi