06-03-2007
ORDO ROSARIUS EQUILIBRIO
"Apocalips"
(Cold Meat Industry/Audioglobe)
Time: (60:17)
Rating : 8
Il duo svedese formato da Tomas Pettersson e Rose-Marie Larsen è una di quelle formazioni che, inevitabilmente, finirà sempre per spaccare in due la critica: da una parte una schiera di fans fedeli ed appassionati che apprezzano tanto la musica di ORE quanto l'immaginario erotico che è alla base del loro concept, dall'altra uno stuolo di detrattori che accusano i due di non saper suonare gli strumenti (in primis per la scelta di utilizzare una chitarra acustica campionata, cosa che fa storcere il naso ai puristi del folk apocalittico...), di realizzare opere artefatte col solo ausilio del pc, di fare praticamente sempre lo stesso disco e di puntare anche troppo sulla carta dell'erotismo... Si potrebbe dibattere all'infinito su queste argomentazioni, ma noi siamo dell'idea che non ci sia nulla di male nel creare musica usando il pc anziché i tradizionali strumenti se il risultato finale è valido, anzi, ed allo stesso modo riteniamo che ORE sappiano esplorare la sfera sessuale con intelligenza e reale partecipazione, oltretutto risultando decisamente suggestivi in sede live. Ma sorge un dubbio sull'utilità di certe discussioni, visto che l'ascolto di questo settimo full-lenght del duo scandinavo (se includiamo anche i lavori registrati quando mancava la parola 'Rosarius' al monicker) difficilmente cambierà le cose: "Apocalips" è infatti un lavoro che non mostra sostanziali mutamenti nel corso artistico di ORE, ed in fondo era quello che ci aspettavamo un po' tutti... Ma l'unico modo per crescere non è quello di cambiar pelle ad ogni album, e lo sa bene Mr. Pettersson, che con "Apocalips" è comunque riuscito ad imprimere una svolta, anzitutto a livello di sound: mai prima d'ora, infatti, la produzione era stata così nitida, efficace e penetrante, ed oggi più che mai consente di godere appieno della finezza degli arrangiamenti e del fatidico, ammaliante tocco sinfonico di un gruppo cui la semplice definizione 'apocalyptic folk' inizia ad andare stretta. Ma sono soprattutto le canzoni a denotare che qualcosa è cambiato a livello d'ispirazione, tanto che molte di esse entreranno facilmente di diritto fra le migliori composizioni targate ORE: ci sono la possente opener "(Mercury Rising) Seduced By..." con la sua efficace melodia pianistica, la solenne e marziale "Lost Forever, In The...", la splendida "Do Murder And Lust..." con le sue melodie eleganti e malinconiche, l'inquietante "Hear The Sound Of...", la cupa "Hell Is My Refuge..." e la macchinosa "Let The Words Of..." - entrambe dal taglio industrial - ed una "When We Murdered..." che denota ottimi arrangiamenti, mentre gli episodi meno ispirati alla fine si valutano in non più di un paio di pezzi... C'è anche, finalmente, la volontà di cimentarsi in soluzioni vocali meno recitate (ossia il trademark principale di ORE) e più 'cantate' da parte di Tomas, come dimostrano l'ariosa 'hit' neofolk "I Think About Germany..." e, soprattutto, la conclusiva "Who Stole The Sun...", ritmata e poetica song in bilico fra pop acustico e richiami wave che potrebbe aprire nuove porte al duo svedese. Menzione finale per "She's In Love With A Whip - My Venus In Furs", marcetta dalle melodie fiabesche che altro non è se non un'intrigante cover del classico S/M dei Velvet Underground "Venus In Furs". L'opera più malinconica degli ORE, peraltro confezionata con uno stupendo digipack (limitato a 3000 copie, mentre la versione in vinile, limitata a 646 copie, includerà 2 bonus-track), si rivela essere anche quella più completa e convincente in una discografia ormai consistente: onore al merito, i fans apprezzeranno senza 'se' e senza 'ma'. Three is an orgy, I am forever, kiss my apocalips...
Roberto Alessandro Filippozzi
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