29-12-2008
ATOMIC NEON
"Darkenia"
(Black Rain/Audioglobe)
Time: (56:29)
Rating : 6.5
Nel momento in cui vi accingete ad ascoltare il primo full-lenght di questa band tedesca, ricordate sempre una cosa: non sono i Cure! Durante l'ascolto in vari momenti dovrete ripetervi e rammentare che Smith & co. non c'entrano nulla, anche se i ripetuti - per quanto belli - giri di basso e chitarra, supportati dalla tastiera in sottofondo, ricordano palesemente la band inglese. La voce, poi, è veramente troppo simile all'amato-odiato Robert. Non è una cover band, ed i propri testi sono originali e densi di poetici rimandi al romanticismo tipicamente darkwave, ma il riferimento diretto finisce verso i Cure in maniera evidente, nonostante la musica verta frequentemente verso suoni più metallici, un po' dal sapore dei primi Placebo. Un'ora di buona musica: la Black Rain porta verso le proprie spiagge questo ensemble, proveniente da fugaci comparse su compilation di Orkus e con un brano inserito proprio nel sampler della label tedesca "A Compilation 3", ottimo per chi vuole accostarsi agli artisti del suo roster, che può così conoscere altre band dalle grandi peculiarità artistiche come Dandelion Wine, Narsilion, Novalis Deux, Aslan Faction, Killing Ophelia, Die Perlen ed altri. Se le prime tracce del dischetto campano di reali influenze 'curiane', con la title-track si può apprezzare la volontà di cercare una propria identità artistica: il brano riesce ad essere delicato nei giri della sei corde e del basso e caustico nella voce, quasi presa dall'EBM del primo corso. Così può essere accattivante lo shoegaze di "Fighting", tra arpeggi plettrati e distorsioni acide, o le rabbiose cavalcate tra l'acustico e l'elettrico di "Herrgott", che Dr. Mole e Sub 2010 disegnano sulle due chitarre mentre Jeanne Dark si contorce su ottime partiture di basso, prerogativa lampante in tutto il disco. Sul fronte simil-Cure le due tracce immediatamente attraenti risultano "The World" e "Blades", con richiami espliciti a "Faith" per la crepuscolarità ed a "Disintegration" per la fragilità emotiva e sognata della voce di Rio Black, autore anche dei testi. Se il suono si rende crudo, l'amore dei sei non tradisce nemmeno l'ascolto dei primissimi lavori di Robert Smith, "Three Imaginary Boys" su tutti. È questo che mantiene soltanto medio il voto, perché il suono è ottimo, la voce ha potenzialità diverse ed il progetto può evolversi bene; personalmente li spronerei verso una personale interpretazione delle proprie idee, ma se una label come la Black Rain crede in loro non possiamo che attendere fiduciosi, aspettando un futuro in cui questa band possa avere una voce di rilievo nel mantenere acceso il falò dell'old-school post-punk.
Nicola Tenani