14-12-2008
HAYATO MATSUO
"Black Dog - Hellsing Ova Series - Original Soundtrack"
(Colosseum/Audioglobe)
Time: (46:10)
Rating : 7.5
La Colosseum è una label tedesca dedita alla produzione e distribuzione specifica di colonne sonore: musiche per sale cinematografiche o anime, tramite circuiti diversi. In questo contesto si inserisce l'ultimo lavoro di Hayato Matsuo. Dopo avervi parlato enfaticamente di Susumu Hirasawa, di nuovo sulle nostre pagine è protagonista un artista nipponico, con le sue visioni, le sue drammatiche ed apocalittiche partiture, i suoi colori forti e disperati. Figlio brillante della Tokyo National University Of Fine Arts, ha sempre espresso la sua musica parallelamente alle immagini in varie serie di anime, seguendo il filone tipicamente apocalittico: tra esse le più conosciute risultano essere Final Fantasy XII, Dragon Quest e Magic Knight Rayearth. Protagonista anche nel settore videogames, la musica di Matsuo si allinea ai grandi artisti moderni giapponesi: è superfluo ma dovuto citare tanto Sakamoto quanto Kenji Kawai, ai quali il Nostro si allinea per l'ampio carattere sinfonico della sua musica, composta per orchestre e cori, tra archi, percussioni, fiati ed ottoni, differenziandosi così da un Hirasawa più prettamente dedito all'elettronica. Matsuo si avvale per la stesura di quest'album dell'Orchestra Sinfonica Nazionale di Varsavia, e tale scelta lo accomuna a Sakamoto, vero ponte artistico tra il suono del Sol Levante ed il Vecchio Continente. La musica è accattivante in tutta la sua durata, complice un suono contemporaneo, sebbene esso nasca nella classicità orchestrale. Tra momenti quasi sinfonici e jazzati e partiture struggenti, l'ascolto cattura immediatamente. A suo merito va il fatto di non calcare troppo nella tragicità di maniera: troppo spesso le musiche degli anime si trascinano negli stereotipi di apocalissi annunciate, dolori umani e tragedie. Regna il pathos così come la suspence, l'attesa e l'eroico svolgersi degli eventi: il supporto video è fondamentale in questi casi, il dischetto però è ascoltabile nella sua purezza, la mente è libera (dovrebbe sempre esserlo...) di crearsi qualsiasi tipo di situazione, fondali immaginifici dalle tinte cupe e possenti, anche se nel computo generale l'album si articola su suoni più simili ad alcuni modelli di soundtrack di quel passato glorioso in cui le spy-story sussistevano spesso della tensione generata dalla musica. A tal proposito si evidenziano in particolare "Target Insight", una "Hakushaku Tatsu!" dal sound quasi psichico o ancora "Badrick". Il carattere sinfonico è sempre celato, nonostante l'orchestra di Varsavia, quindi l'indirizzo è più contemporaneo. Solamente sporadici episodi riconducono la direzione verso il classicismo; in tal senso risultano godibili in particolare due tracce: "Kuro Inu To Mukade No Koushin" e "Die Fledermaus", con le sue torbide arie simil-tango degne di una milonga nel cuore di Buenos Aires. Il disco si conclude con un'ampia aria 'mozartiana' per impeto, carattere, vicinanza al Divino: "Gradus Vita" è un ottimo lascito contemporaneo, figlio degli studi più classici di Matsuo. Un disco da amare per la varietà proposta e l'attuale forma artistica espressa, rapportate sempre a ciò che il dischetto deve proporre, ossia un connubio forte tra immagine e suono. Spesso gli artisti nipponici sono in grado di essere effettivi tramiti tra passato e presente, culture classiche e contemporanee sia del loro che del nostro contesto artistico. In questo caso il bersaglio è centrato!
Nicola Tenani