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Room 106

05-12-2008

HAGGARD

"Tales Of Ithiria"

Cover HAGGARD

(Drakkar/Audioglobe)

Time: (42:44)

Rating : 7

I tedeschi Haggard si sono prepotentemente imposti, nel corso di questi ultimi anni, negli affollati circuiti del metal sinfonico, grazie ad una caratteristica non del tutto ordinaria che, a ragion veduta, ha destato le considerazioni di molti appassionati, ovvero la presenza (in pianta stabile) di un discreto numero di musicisti classici professionisti ad infoltire la line-up di base della band. L'istrionica creatura fondata dal chitarrista Asis Nasseri (l'unico membro ad occuparsi di testi, composizioni ed arrangiamenti), quella che potremmo tranquillamente definire 'la prima vera e propria orchestra votata alla musica metal', si è così fatta strada, tra schiere di band poco professionali ed artefatte, grazie ad un songwriting capace di unire l'eleganza della musica rinascimentale, le armonie crepuscolari del romanticismo mitteleuropeo e la solenne austerità della tradizione medievale alla forza dirompente dell'heavy metal: elementi coniugati in un sound unico ed incomparabile e ben incastonati all'interno di tre avvincenti album, tutti incentrati attorno ad argomenti storici di rilevante importanza (tra questi ricordiamo soprattutto il bellissimo "Eppur Si Muove" del 2004, interamente dedicato alla figura ed alla vita di Galileo Galilei). Ebbene, a quattro anni dalla pubblicazione di quel piccolo gioiello, qualcosa sembra essere andato storto, almeno dal nostro punto di vista, visto che gli Haggard sono tornati con il nuovo attesissimo disco "Tales Of Ithiria" portando con sé una serie di novità tutt'altro che entusiasmanti... Tolti di mezzo i concept di natura storica, i Nostri hanno deciso di buttarsi a capofitto nell'ormai saturo mondo delle saghe fantasy, tanto caro al power metal: in questa ottica rientrano l'orripilante copertina (vedere per credere!) ed i vari intermezzi narrati, invero privi di una qualsiasi utilità, posizionati tra una canzone e l'altra. Anche i testi hanno risentito di questa triste scelta, andando a perdere la bellezza e la ricercatezza linguistica che li contraddistinguevano nei precedenti album. Permane tuttavia il consueto fascino esercitato dalle voci operistiche e, per nostra buona sorte, la sezione ritmica ed il growl non risultano mai invadenti, ma riescono, invece, ad amalgamarsi più che degnamente alle maestose sonorità sinfoniche magistralmente ricreate dalle sezioni d'archi ed ottoni (a questo proposito, vi segnaliamo le ottime "Tales Of Ithiria" e "Upon Fallen Autumn Leaves"), ma, a controbilanciare pesantemente la bilancia, intervengono in quest'occasione strutture fin troppo prevedibili e molto più scarnificate rispetto al passato, nonché un brano privo di nerbo ("The Sleeping Child") ed un'anonima cover della hit dei Mecano "Hijo De La Luna", che ha tutta l'aria d'essere il cosiddetto 'filler' della situazione. Nulla di disastroso, sia chiaro, ma gli Haggard ci hanno abituato in passato a composizioni di ben altro spessore e, riportando la mente ad esse, non possiamo che sentirci leggermente delusi ed amareggiati... È buffo, col senno di poi, constatare come la parabola qualitativa discendente inaugurata dall'ultimo full-lenght non sia andata ad intaccare minimamente gli entusiasmi ed il feedback del pubblico europeo; basti pensare all'enorme successo riscosso dalla band nel recente minitour italico. Dal canto nostro, nonostante sia effettivamente impossibile parlare di "Tales Of Ithiria" in termini totalmente negativi, ci auguriamo vivamente che il disco in questione rimanga un episodio isolato nella brillante discografia di questa singolare realtà.

Marco Belafatti

 

http://www.haggard.de

http://www.drakkar.de