30-11-2008
ORPLID
"Greifenherz"
(Auerbach Tonträger/Audioglobe)
Time: (54:17)
Rating : 7
Torna il celebre duo germanico Orplid, a due anni di distanza dall'ultima fatica "Sterbender Satyr". Come noto Uwe Nolte e Frank Machau sono sempre stati una presenza anomala nel panorama neofolk, avendo perseguito, nel corso della carriera, una propria linea compositiva non assimilabile in toto a schemi preconcetti. Questo "Greifenherz" arriva a distaccarsi ancor di più da quanto potremmo attenderci: il progetto tedesco infatti mescola le carte e crea brani variegati, basati su sonorità tra loro distanti e incentrati su strutture in parte acustiche ed in parte elettroniche. Il legame che viene mantenuto con le produzioni passate risiede soprattutto nella ricerca di melodie accattivanti, mentre per contro la vena intimista è diminuita in favore di toni eroici e imponenti, riscontrabili in particolare in pezzi come "Luzifer" (una sorta di singolo 'virtuale' dell'album), "Myrmidonenklage" e "Schlaf Im Mohn", tutte tracce che potrebbero ricollegarsi al vecchio EP "Barbarossa". La strumentazione vede un uso minore dell'immancabile chitarra acustica, mentre abbondano gli arrangiamenti di tastiere, le orchestrazioni e le percussioni elettroniche: queste ultime appaiono a volte ricercate, altre assai prevedibili e rockeggianti (in "Totenesche" fa capolino anche un timido riff di chitarra), altre ancora memori dell'esperienza post-industrial. Le voci maschili si lasciano andare a quelle intonazioni gravi e possenti, da sempre tipiche degli Orplid, ma vengono modulate anche per degli occasionali spoken-word. Colpisce, in ultimo, la presenza di un pezzo dedicato al famoso trio black metal Immortal: si tratta di "Traum Von Blashyrkh", brano torbido e affascinante, arricchito da una notevole interpretazione vocale di Sandra Fink. Se da un lato in "Greifenherz" viene ridotta quella poeticità che si riscontrava in alcuni dei vecchi brani, dall'altro questo lavoro appare più aggressivo ed anche più curato nei particolari rispetto alle precedenti produzioni. Rimane lodevole il fatto di cercare qualcosa di nuovo, pur non distaccandosi totalmente dal passato e mantenendo una qualità costante. Validi come sempre.
Michele Viali