19-11-2008
EMBELLÍSH
"Black Tears And Deep Songs For Lost Lovers"
(Erzsebet Records/Masterpiece)
Time: (60:09)
Rating : 3
Ultimamente sembra proprio essere scoppiata la moda delle ristampe... Se, da un certo punto di vista, è sempre bello constatare una rinnovata attenzione da parte delle label verso i grandi classici del passato, oppure verso certi dischi ingiustamente relegati nel dimenticatoio, quando ci ritroviamo certe cafonate tra le mani varrebbe la pena di chiedersi quale sia la vera utilità di questo tipo di release. "Black Tears And Deep Songs For Lost Lovers", che sin dal titolo rivela un ricettacolo di cliché ormai logori ed imbevuti di patetica ridicolezza, non è che la riedizione, curata dall'ancora sconosciuta (e chissà per quanto tempo ancora lo rimarrà, vista la latente qualità delle proprie pubblicazioni) Erzsebet Records, dell'album di debutto degli spagnoli Embellísh, spudoratamente orientato verso quel gothic metal di scuola finlandese che, dopo il boom iniziale dello scorso decennio, ci ha offerto ben poche realtà degne di attenzione. Senza troppi giri di parole, è necessario rendervi partecipi di un fattore, a nostro avviso importantissimo nel momento in cui ci si avvicina ad un disco: questi Embellísh, oltre a rifilarci senza il minimo ritegno una lunga serie di brani totalmente privi di mordente ed originalità (cercando di scimmiottare con scarsissimi risultati i vari Reflexion, Charon ed Entwine), non possiedono nemmeno il cosiddetto 'asso nella manica', ovvero un vocalist che possa garantire loro una certa notorietà presso quel pubblico di ragazzine che ancora fa la fortuna dei gruppi sopraccitati, dato che la voce del frontman David è quanto di più lagnoso e sgraziato la vostra mente possa anche solo immaginare. A nulla valgono gli abbondanti inserti di tastiera e i cori femminili di una fin troppo anonima "Alone", gli arrangiamenti pseudo-elettronici dell'opener "Romeo's Dead" o le due bonus track poste in chiusura per tentare di rendere accattivante una ristampa che, a voler ben guardare, non avrebbe nemmeno motivo di esistere. Dischi come questo meritano una sola sorte: l'oblio più totale! Ricordate forse i 'vampirelli' romani Vlad In Tears? Ecco, siamo tornati su quegli stessi infimi livelli, o quasi... Qualcuno tra di voi, fatte queste dovute considerazioni, avrà ancora il coraggio di sottoporsi ad una simile fatica?
Marco Belafatti
http://www.myspace.com/embellishband
http://www.myspace.com/indarproductions