03-11-2008
NADIA SOHAEI
"Talking To Myself"
(Decadance/Audioglobe)
Time: (43:30)
Rating : 7.5
Esordio da solista per Nadia Sohaei, artista 'localizzata' dalla pagina myspace in California, in passato già al lavoro assieme a nomi quali Trans-X e Thai-Essence, approdata per il sospirato debutto alla corte dell'italiana Decadance. Accompagnata da Nik Wejedal (tastiere, voci addizionali e fiancheggiamento ai testi), la Nostra si muove fra un synthpop di buono spessore emotivo e forti richiami a certa electro-wave romantica di stampo eighties, ricordando a tratti certe cose dei primi lavori di Yendri (quella di brani come "Inside The Machine" o "Helpless", tanto per intenderci, anche se la tedesca surclassa ampiamente Nadia in fatto di classe) per eleganza e strutture. "Dragonfly" apre l'opera in maniera seducente e sobria, evidenziando da subito la predilezione di Nadia per quei ritmi pacati, suadenti e capaci di avvolgere con stile, perfetti come supporto per una voce particolare come la sua; spunti sinfonici ben calibrati animano l'intensa "New Rome", mentre la potenziale hit "Callas Never Dies" vive della buona alternanza fra break melodici di piano ed arrangiamenti techno mai eccessivi. Molto bene anche "Victoria Starship", più danceable e ben giocata sul connubio fra vocoder ed inserti operistici (di cui si occupa una ospite), e non è da meno l'intensa ed emozionante title-track, capace di sintetizzare con estrema eleganza voci, melodie e ritmi. Non mancano momenti più dance-oriented ("19:th Century", "Strong"), fra i quali trova spazio lo strumentale di buon gusto "Cyber Heart", mentre "West Coast Love" riprende la formula-base in una forma più prossima al puro electropop; bene gli spunti sinfonici di "In Your Eyes", potenziale hit che conferma la passione della Sohaei per certe sonorità di stampo ottantiano, mentre la chiusura è affidata alla versione strumentale di "Callas Never Dies", che per inciso funziona bene anche senza l'apporto delle vocals. Un debutto positivo per la Sohaei, che dimostra di possedere non soltanto del talento (sia compositivo che vocale), ma anche personalità ed un'idea chiara di quello che deve trasmettere un suono vellutato che è sì elettronico e 'freddo', ma che sa emozionare ed appassionare i cuori più sensibili. Un debutto che merita attenzione.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.decadancerecords.it/