28-10-2008
SAGITTARIUS
"Songs From The Ivory Tower"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (46:50)
Rating : 7.5
Presentato all'uscita come un disco relativo al panorama neofolk, forse in virtù dei collaboratori che vi prendono parte, "Songs From The Ivory Tower" appare essere tutt'altro già ad un primo ascolto. Innanzitutto è il prodotto di un unico artista, il tedesco Cornelius Waldner, ex black-metaller, che incentra tutti i componimenti sul piano e sulla voce, concedendosi anche sporadiche esecuzioni al flauto. Reduce da un esordio non recentissimo, risalente al 2003 con l'LP "Die Grosse Marina" (disponibile anche in formato mp3 nel sito dell'artista), Sagittarius balza alle luci della ribalta con questo album, assai vicino per concezione, suoni e struttura al discusso "Soft Black Stars" dei Current 93, e non è un caso che nel 2005 Cornelius abbia firmato una cover di "Antichrist And Bar Codes", pezzo tratto proprio da quell'album dei Current. Ma "Songs From The Ivory Tower", oltre a godere di quel minimalsimo morbido e neoclassico, è arricchito dalle partecipazioni illustri di Marcel P. (già in Die Weisse Rose), Damiano Mercuri (mastermind di Rose, Rovine & Amanti), Troy Southgate, Herr Twiggs dei Kammer Sieben e Philipp Jonas, autori che riescono, tramite voce, violini e chitarre acustiche, a dare più corpo a pezzi che non avrebbero comunque bisogno di nulla, garantendo già di per sé un'ottima soavità. In particolare gli inserimenti di chitarra di Damiano forniscono suoni diversi che si sposano perfettamente alla pacatezza del resto del disco senza, insomma, cadere in abusati stilemi neofolk. Il taglio breve dei brani va a costituire un piccolo mosaico, commento in tono minore di un passato che rivive nei testi di molti poeti tedeschi e culmina nella cover dei Forthcoming Fire "Europa Calling!", forse l'unico pezzo dal sapore un po' diverso, prossimo agli ultimi lavori, guarda caso, di Von Thronstahl. "Songs From The Ivory Tower" potrebbe apparire come la nostalgica versione mitteleuropea di "Soft Black Stars", ma al di là di qualsiasi paragone rimane un album ammaliante e decisamente riuscito.
Michele Viali