19-10-2008
END OF GREEN
"Killhoney"
(Silverdust Records)
Time: (25:27)
Rating : 7.5
A meno di un anno dalla pubblicazione dell'accattivante esordio solista, il 'bel tenebroso' Michelle Darkness, da buon stakanovista qual è, si presenta nuovamente al cospetto di Darkroom Magazine, e questa volta lo fa in compagnia dei suoi compagni di sempre, quegli End Of Green che già in passato ci hanno regalato delle buonissime produzioni all'insegna del gothic rock più 'heavy' e sfrontato, tra le quali ricordiamo il soddisfacente "Dead End Dreaming" del 2005. Questo singolo altro non è che l'antipasto ufficiale in vista della presentazione dell'ultimissima fatica in studio del quartetto, ovvero l'album che già dallo scorso agosto troneggia sugli scaffali dei negozi tedeschi, intitolato "The Sick's Sense". Cominciamo subito col dire che la tracklist di "Killhoney" si rivela piuttosto canonica, quasi scontata, e che nemmeno la scelta delle due bonus track incluse (una simpatica versione 'da club' della stessa title-track ed un cut 'radiofonico' della trascinante "Hurter", vera e propria chicca dell'intero dischetto) lascia trasparire una grande particolarità di fondo per una release di questa portata, ma in attesa dell'arrivo del full-length dobbiamo e possiamo tranquillamente accontentarci (il CD in esame, tra l'altro, non è nemmeno destinato alla vendita, quindi non ci resta che valutarne esclusivamente i contenuti artistici, anziché considerarlo per un ipotetico valore commerciale). I quattro 'single edit' di alcune delle canzoni che potremo ascoltare per intero nell'album di prossima uscita (vale a dire "Killhoney", "Die Lover Die", "Hurter" e "Pain Hates Me") fungono dunque da colonna portante per il dischetto in esame e ci consegnano una band in forma smagliante, conscia delle proprie potenzialità (i tredici anni di esperienza che i Nostri si portano sulle spalle, in termini di professionalità e qualità della proposta, si fanno pur sempre sentire), pronta a sfoderare, nei momenti più opportuni, una lunga serie di assi nella manica e finalmente ricompensata da una produzione qualitativamente impeccabile, che mette in risalto ogni singolo elemento del tipico End Of Green-sound, andando a creare un amalgama di movenze gotiche e di sussulti metal che si tengono ben lontani dalla tediosità di certe proposte pseudo-sentimentali e filo-scandinave che tanto spopolano in Germania (vedi ultimi Lacrimas Profundere e gruppi affini). Tra tanti riff graffianti e seducenti, le vocals del buon Michelle, sempre a cavallo tra il sensuale ed il maledetto, e questi strabilianti refrain, da cantare a pieni polmoni così come vuole la più classica tradizione rock, c'è veramente da perdere la testa! Certo, quella degli End Of Green è una proposta quanto meno scolastica e formalizzata, ma con delle premesse così rosee non si può che profetizzare un'ennesima, esaltante conferma da parte di questi validi portavoce del gothic rock più affascinante e raffinato. Del resto, lo conferma pure un noto proverbio: la classe non è acqua!
Marco Belafatti
http://www.silverdust-records.de