05-10-2008
CHAPEAU CLAQUE
"Fabelweiss"
(1st Decade)
Time: (44:40)
Rating : 7
Lentamente e malinconicamente l'estate muore e alla porta dell'anno bussa la stagione degli ultimi tepori, della malinconia, dell'introspezione. Così dalla Germania ci giunge, cascando 'a fagiolo', questo dischetto di 13 tracce ricco di sfumature opache e sognanti. Maria Antonia Schmidt è la giovane interprete che si pone a capo di questo nuovo progetto, con l'ambizione di trasportare le radici pop di fondo verso sonorità più oniriche, tra psichedelie lievemente soffuse e sinfonie ovattate. Lo stile è ricco di proposte ma non vive di estremi, semmai di colorature che producono diverse nuances dello stesso tema: la minimale esistenza, le fragilità femminili quotidiane, instabili equilibri dell'anima sul filo dell'emotività, alternati tra piccole gioie ed illusioni deluse. È lo scrigno dell'animo femminile, custode di questo ricco patrimonio: un universo a volte celato, spesso messo in gioco nel rapporto amoroso, perle di dolcezza minimale da centellinare durante l'ascolto. Maria Antonia ha solamente 22 anni, ma ha già le idee limpide su ciò che vuole trasmettere con la sua musica, coadiuvata nel presente da Peer Kleinschmidt (tastiere), Timo Klöckner (chitarra), Jörg Wähner (batteria) e Tim Schäfer (basso). I riferimenti sono vari: potremmo citare ad esempio i Sigur Rós per il brano "Metamor", molto intimista e sofferto, sebbene rispetto alla più celebre band islandese i CC risultino meno sinfonici nei suoni, ma più dolenti nella voce maggiormente morbida, quasi in stile Anneli Drecker. Il precedente "Hand Aufs Herz", sempre per 1st Decade, contiene una traccia, "Reykjavik", che porta a pensare che la band islandese abbia significativamente influito sulle liriche dei Chapeau Claque. "Rot" è un tripudio di pop elaborato ed ottimamente strutturato nei suoi momenti lenti, contrapposti alle rullate di batteria; la stessa marcia benissimo su suoni 'jazzati' in "Pandora (Kiss Me Tragedy)", vivace nei suoi arpeggi più allineati con certo post-rock di qualche anno fa. Su tutti, però, spicca un brano deliziosamente tragico, "Last Dance", una ballata à la Loreena McKennitt evocativa nel cantato e delicata negli arrangiamenti, discreti per non turbare il piano e la voce... Mi chiedo perché in questa traccia, così come in altre dove il mood è più intimista, il testo sia in inglese, mentre quando la musica è più frizzante Maria Antonia predilige la lingua madre, ma sono scelte che ovviamente competono ai musicisti... Effettivamente a volte il tedesco è una lingua troppo dura, ed è palpabile un futuro progetto di apertura al mercato da parte dell'autrice. Spazio anche per la tradizione teutonica nella conclusiva "25° C Im November": lo stile 'brechtiano', supportato dalla fisarmonica, ricorda quello ripreso recentemente nella soundtrack de "Il Favoloso Mondo Di Amélie". Non resta che guardare con affetto ad un nuovo progetto (sebbene attivo a livello di pubblicazioni già da un paio d'anni) che la 1st Decade può con orgoglio affiancare ai più noti Northern Lite: per riagganciarsi al film menzionato poc'anzi, "Fabelweiss" è un disco per chi dà importanza alle piccole cose, anche tra i solchi di una canzone.
Nicola Tenani