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Room 103

08-09-2008

TEARWAVE

"Different Shade Of Beauty"

Cover TEARWAVE

(Projekt/Audioglobe)

Time: (77:27)

Rating : 7

Sam Rosenthal e la Projekt: oltre venti anni fa avremmo scritto Ivo e la 4AD, perchè così simile è la voglia di aprirsi al nuovo, su progetti che con delicate atmosfere oniriche creano la propria arte. Aggiungo, per fortuna, che un'eredità così fondamentale non si è persa, ma ha proseguito come brace a mantenere il fuoco acceso accasandosi principalmente negli States. Compagni di scuderia di Autumn Grey's Solace e Black Tape For A Blue Girl, i Tearwave - dopo il debut eponimo uscito solo un anno fa sempre per la Projekt - sono chiamati alla prova di maturità, e la superano senza creare una pietra miliare, bensì regalando diverse tracce che nel computo del dischetto ottengono la piena sufficienza con punte di eccellenza. Sono tante 17 canzoni, considerando che l'uscita è successiva di soli 12 mesi alla precedente, quindi a volte il disco appare forzato, ma in più di un'occasione Jennifer Manganiello e la sua band hanno avuto la forza di emozionare nell'ascolto. È un album molto lungo e delle tracce presenti qualcuna si trascina, ma l'insieme denota un grande universo sonoro, supportato da molte idee già sviluppate ed altre da sviluppare in futuro che vedono come perno la voce di Jennifer, tra eterei vocalizzi di scuola Fraser e più ombrati, introspettivi colori che portano il ricordo ad Hungry Lucy, mentre la chitarra di Doug White suona spesso acida e noise (senza finire però nel rumorismo dei Sonic Youth), un po' sugli arpeggi dei Blonde Redhead di "Misery Is A Butterfly". Ho apprezzato molto la batteria poliedrica ed imperiosa in alcune tracce come "Forgettable Name", tuonante nello scandire le visionarie psichedelie: l'ottima tecnica di John Stephanski supporta il sound delicato dell'insieme senza aggredire ma rafforzandolo, mentre finisce un po' in ombra il basso suonato da Joe Villella. Nei momenti migliori il dischetto è come un morbido quadro dai colori tenui: il sapore del tardo autunno è forte, immagini di parchi spogli o prati innevati, colori smorzati ma pregni di candore che invitano al chiudersi in sé stessi, cercando la propria intimità, o se condivisa, in casa con amici tra fumi di incenso e vino rosso, aspettando la stagione del sole. Anche se a volte sinfonici come in "Ripped Apart", i Tearwave non arrivano alla tragica e straziata musica dei Sigur Rós, sebbene il senso di orchestra sia comunque importante, ma si collocano in una nicchia più minimale; la cover di "Under The Milky Way" dei Church è un piccolo gioiello di rivisitazione personale, senza per questo alterare la bellezza del brano originale. L'eredità Cocteau Twins è comunque presente: chitarra e basso non si articolano nei riverberi di Guthrie e Raymonde, però "Holding On" e "Reflection" si collegano all'eredità di "Milk And Kisses" o "Heaven Or Las Vegas", non di certo alla prima fase artistica dell'incomparabile trio scozzese. Il piano esalta l'intima sfera della voce femminile (i Cranes sono dietro l'angolo), ed in certi frangenti lo stile shoegaze si esalta in tenui colori che richiamano la scarna presenza degli alberi spogli della copertina con lo sfondo malato del cielo autunnale, colori forti ma smorzati dall'ocra rossa: sono i colori del nord degli States (i Tearwave sono di Buffalo) visti in tanti film, che esaltano la malinconia dei grandi parchi spogli, di solitudini volute, passeggiate uggiose in fredde giornate in cui l'aria fredda del mattino sferza il volto. "Different Shade Of Beauty" è tutto ciò, e vale la pena commuoversi per tutta la durata abbondante dell'album, aspettando il sole di aprile.

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/tearwave

http://www.projekt.com/