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Room 107

08-09-2008

OGOGO/LINDEN

"Ogogo + Linden"

Cover OGOGO/LINDEN

(III Records)

Time: (48:69)

Rating : 7

Se la musica diventa supporto per le tele di un pittore astrattista, è vincolata a mantenere le melodie schematiche o può permettersi di rompere gli schemi per seguire le concettualità di un artista immaginifico? Igor Ogogo ha scelto la seconda ipotesi, e duella con l'artista Ron Linden nella distruzione percettiva e canonica dell'arte. Non è questione d'intelligenza o meno il capire queste particolari forme d'espressione raffinata, bensì di porsi all'ascolto in maniera radicalmente libera facendo sì che sia l'iconscio a percepire i messaggi, così se foste davanti ad un quadro di Linden dovreste aprire gli schemi mentali, estraniarvi dal reale e lasciare che i colori, le forme ed i materiali entrino in voi in maniera subliminale: allora estetica fine a sé stessa e piacere di visione prevarranno sul raziocinio materiale. Inconscio sonoro ed onirico passeggiano insieme irrazionali in noi, anche se difficilmente ci soffermiamo a valutarlo. Così come quei piccoli momenti di magia del mattino al risveglio, quando ancora il cervello è libero dai conformismi che assumerà durante il giorno e si concede gli ultimi sprazzi di dimensione parallela, le immagini sono captate in modo schizofrenico e senza percezione apparente, ma il tutto appartiene alla dimensione inconscia del piccolo patrimonio anarchico e senza regole apparente del nostro inconscio. Igor Ogogo, nato a Mosca (dove tra l'altro ha compiuto studi importanti di chitarra con il maestro Michael Esacoff), cresce artisticamente a Los Angeles. È evidente quanto abbia assorbito dalla cerebrotica sensorialità artistica avant-garde moscovita amalgamandola con l'ossessivo esistere californiano, pieno di nevrosi, opportunità, norme di libertà concettuale. Giunto al sesto progetto con III Records, il Nostro vanta una produzione discografica di 23 album, collaborando con artisti e musicisti di ogni parte del mondo, dall'America all'Italia, fino al Giappone. Tutte le 14 tracce del disco sono un inno al tutto ed al nulla: riff di chitarre violente ed industriali s'inseriscono senza metrica tra i synth e le basi campionate, uccelli e grida d'oche improvvise 'passano' tra i solchi durante il suono di una sirena, come se la masterizzazione del disco fosse stata effetuata a finestre aperte, come se il mondo reale volesse entrare in quell'astratto musicale di Ogogo o nelle tele di Linden. Il mondo che cerca una porta: la porta è in noi, e se lasciamo che i suoni di "Pidgin", della folle "Sabbatarian", dell'ipnotica "Ussur" o della metropolitana "Obdura" entrino, è stupendo scoprire come si possono rompere compendi per poi ricucirli. Lunghissima suite (oltre gli otto minuti), "The K" è un concentrato di musica per il corpo e per riflettere sulla condizione metropolitana ed urbana, slegata nell'insieme ma legata nell'esprimere una summa di disagio, ed anche di nuove estetiche. È fondamentale nell'arte la rottura: senza di ciò non ci sarebbe la creazione del nuovo, l'ordine figlio del caos; penso al futurismo, a tutta l'avanguardia espressiva e teatrale, apparentemente senza senso ma fondamentale nel riformare e nel partorire il novello... la Bauhaus cos'era, se non ciò? Allora la sfida che lancio è questa: nell'era del personal computer cercate le opere del maestro Linden nella rete, mettetele a risoluzione tutto schermo sul vostro pc, estraniate il vostro raziocinio dal reale e fate in modo che le piccole, insensate (apparentemente) alchimie di Ogogo comincino a mescolare suoni, forme e colori con le tele...

Nicola Tenani

 

http://www.igorogogo.com/

http://www.iiirecords.com/