25-08-2008
LACRIMAS PROFUNDERE
"Songs For The Last View"
(Napalm/Audioglobe)
Time: (44:06)
Rating : 5
Dopo aver perso per strada il cantante e membro fondatore Christopher Schmid, la cui ultima prova in studio con la band coincide con il trascurabile "Filthy Notes For Frozen Hearts" del 2006, i gothic rockers Lacrimas Profundere, invece di provare ad apportare al proprio sound un azzardato (ma formalmente indispensabile) rinnovamento stilistico, hanno ben pensato di racimolare un rimpiazzo che potesse evitare ai fan qualsiasi sorta di rimpianto. Scelta furba la loro, per la serie "squadra che vince non si cambia"... Due anni di pausa, il tempo di comporre qualche nuova gothic-hit 'usa e getta' tra una tournée e l'altra, ed eccoli di nuovo tra noi, stavolta capitanati dal tenebroso vocalist Rob Vitacca (il quale, guarda caso, si rivela niente di meno che un emulo di chi l'ha preceduto), ma pur sempre pronti a fare tremare i cuori delle ragazzine 'dark' di mezza Europa. È una formula, questa, che si ripete ormai da tre album a questa parte, ed è chiaro - quasi lampante - che nemmeno "Songs For The Last View", ottavo parto discografico del quintetto tedesco, ha intenzione di mischiare le carte in tavola, nonostante i quindici anni di esperienza dei Nostri si facciano sentire, oggi come mai prima d'ora, sul piano della produzione e della qualità degli arrangiamenti. Tanto per fare un paragone, se perfino gli ultra-criticati HIM di Ville Valo riescono ancora a 'reinventare' la propria proposta ad ogni nuova uscita, i Lacrimas Profundere non sembrano ormai più in grado di risalire da quella fossa di manierismo e d'ipocrisia che loro stessi si sono scavati con le proprie mani, rinunciando a sviluppare le buone intuizioni degli esordi per inseguire le ondate di moda del momento, sebbene questa si sia poi rivelata la strada più facile e più rapida per raggiungere il successo... Cosa vorreste che vi dicessimo, arrivati a questo punto della recensione? Che le canzoni di "Songs For The Last View" sono formalmente inappuntabili e, in qualche raro caso, addirittura piacevoli all'ascolto? Beh, questo non è un giudizio che si discosta molto dalla realtà (ed è anche vero che questo disco è leggermente più gradevole del predecessore): con le nostre parole potremmo anche tentare di farvi interessare all'opera in questione, anche se, alla fine dei conti, non ci guadagneremmo proprio nulla. Non vogliamo risultare presuntuosi ma, detto tra noi, non vogliamo nemmeno accontentarci di un album 'di mestiere' (che, tra l'altro, è soltanto l'ultimo di una lunga serie), dato che la stessa scena ci ha recentemente offerto lavori decisamente più energici, orecchiabili e meritevoli d'ascolto rispetto a questo. I Lacrimas Profundere sono una band fuori tempo massimo, che non riesce più a lasciare il segno, e di questo disco, nel giro di qualche mese, non se ne ricorderà più nessuno, nemmeno i fans più incalliti del love metal... Quindi, a meno che non possiate farne proprio a meno, passate oltre: siamo sicuri che non ve ne pentirete...
Marco Belafatti