18-08-2008
JABBERWOCK
"Jabberwock"
(Black Rain/Audioglobe)
Time: (73:45)
Rating : 7
Un nuovo punk vive, mutato ma solido, l'elettronica unita alle chitarre distorte ed acide dense di pulsazioni psicotiche ed ossessive. Nell'universo Jabberwock la voce femminile di Lena vive di costanti toni urlati e campionati, una voce che tra la folla cerca spazi, campionata e tecnologica ma umana. Singolare produzione questo full-lenght di debutto per Jabberwock, quattro musicisti francesi che tra sonorità punk/electroclash e minimalismi IDM (Aphex Twin è captabile nella schizofrenica ricerca sonora) creano un piccolo manifesto musicale di arte contemporanea e concettuale, nervosa ed isterica. Già citata la voce femminile Lena, i synth sono governati da Corrado, il basso è suonato con rabbia da Xavier, la chitarra da Sverre. La loro identità è spesso nascosta da sacchetti per la spesa, i comunissimi sacchetti dove il negoziante mette il pane o la verdura, che coprono il volto, sostituito da qualcosa di analogo disegnato in stile infantile e modernamente naif, falso nella sua ilare espressività, allineato con la tendenza omologante della società contemporanea. Ricordano in questo Tomas Dolby: chi l'adolescenza l'ha abbandonata da anni, rammenterà il video futurista Hyperactive, vero manifesto di musica elettronica abbinata all'arte concettuale post-moderna. Prodotti dalla tedesca Black Rain, poliedrica come sempre nel proporre un roster che va dall'industrial dance di Tyske Ludder o Feindflug al 'fairy-eval' di Narsilion o, come in questo dischetto, all'electroclash, politica che la distingue da altre label che nella specializzazione musicale trovano la loro nicchia di mercato. È un dischetto che offre vari spunti interessanti già dall'opener "Happy", nervosa e ballabile, industriale e carica di spleen stressato, così come "Comfort", ancora più ossessiva e cupa, con la voce femminile succube delle proprie angosce. Meno ballabili ma degne di menzione anche "Tense", ben orchestrata e bilanciata tra synth, basso e chitarra acida nei suoi riff leggermente oscuri, mentre "Now" vive di reminescenze post-punk sullo stile P.I.L. (ricordate "This is what you want/this is what you get"?) o Love & The Rockets. Ulteriore menzione per "Dirt", bella con i suoi frequenti cambi di ritmo ed un vago sapore trip-hop, quasi glitch la voce di Lena, inquieta e nevrotica nelle sue impennate vocali. L'album è venduto con un piccolo ma esaustivo booklet completo di testi e foto artistiche della band transalpina e rappresenta bene anche la loro arte concettuale, immediata e provocatoria in stile quasi futurista, sia nelle liriche che nella grafica e nelle immagini. Si conclude con uno slogan che incorpora gran parte delle tematiche care alla nuova elettronica, e che possiamo tutti fare nostro: "SMILE! You are monitored..."
Nicola Tenani
http://www.jabberwock-music.com/