11-08-2008
KIETHEVEZ
"Non-Binary"
(A Different Drum/Audioglobe)
Time: (51:14)
Rating : 7.5
Sebbene il nome Kiethevez possa suonare poco familiare a molti, il quartetto di Götheborg rientra fra gli act più longevi quando si parla di synthpop 'made in sweden': la band si formò infatti nel lontano 1991, e fra il 1993 ed il 1998 diede alle stampe due apprezzabili album e ben sette singoli, raccogliendo buoni risultati anche al celeberrimo SAMA (Scandinavian Alternative Music Awards). Proprio nel '98 il four-piece sembrava destinato a scomparire nel nulla, ma un ritorno sui palchi nel 2001 è servito a riaccendere la fiamma di un act che all'epoca pareva non riuscire a trovare nuovi stimoli: da allora, e più precisamente dal 2002, il processo di scrittura è ripreso a pieno regime, ma ci sono voluti comunque qualcosa come quattro anni per portare a termine la missione, nonché un deal con l'americana A Different Drum, pronta a rimediare all'incomprensibile indifferenza delle label svedesi nei confronti dei Kiethevez... Oggi possiamo finalmente scoprire il frutto di tanto lavoro, per il quale le aspettative sono ovviamente cresciute di pari passo col lungo tempo di gestazione: detto di come la band non abbia certo inteso stravolgere la propria formula compositiva, va subito segnalata la maggior classe acquisita con gli anni, tangibile tanto nella produzione (mai così cristallina ed efficace prima d'ora) quanto nella costruzione stessa dei brani e dei relativi arrangiamenti, nonché nella voce di un Jesper Palmqvist oggi decisamente più sicuro dei propri mezzi. Possiamo dirlo chiaramente: la lunga pausa ha senza dubbio giovato ai Kiethevez, i quali, sebbene sia musicalmente che attraverso il proprio myspace non nascondano una grande passione per Depeche Mode, A-Ha, Cure, Human League, Ultravox etc., sono indubbiamente giunti ad un nuovo livello di maturità, come si richiede a tutti quei gruppi che tagliano l'ambito traguardo del terzo album in studio. L'opener "One World For The Next" ci dice subito che il sound dei Nostri si è fatto più pregiato soprattutto grazie al maggiore e più calibrato utilizzo delle chitarre, mai elettricamente invadenti come sono soliti usare in troppi (eccedendo in distorsioni che martoriano l'apporto melodico) e capaci di avvicinare i Kiethevez ad una pop-band di buon gusto come i Keane (anche in virtù dei gradevolissimi refrain, che donano credibilità ad ogni episodio del disco), come dimostrano anche la splendidamente arrangiata "A Million Days" e l'intensa "End Of A Bright Night". "M", dolce e romantica ma non mielosa, è un ulteriore esempio di come il quartetto scandinavo abbia trovato la giusta via, anche quando gli echi depechemodiani emergono chiaramente come in "How Are We Doing Today?"; la classe c'è e si sente, e a ribadirlo con forza arrivano potenziali hit abilmente costruite come le più accese (ma sempre controllate, segno di come l'irruenza tipicamente rock non rientri nei piani della band) "Non Compos Mentis" e "26", ma ancor di meglio fa un gioiellino come la splendidamente malinconica "Niamh", raffinata ed intensa come pochi sanno essere. Anche le varie "Always A Boy", "Three" e "Be Alone Together", sebbene più 'easy', risultano ben congegnate e si lasciano ascoltare con piacere, per un album che magari non potrà vantare picchi particolarmente memorabili, ma che nemmeno scade mai in momenti perfettamente evitabili. Grazie a canzoni che funzionano ed al rinnovato feeling organico, fornito da chitarre che non sono soltanto dei semplici orpelli, il sound dei Kiethevez compie il fatidico passo in avanti avvicinando il quartetto al sound dei più blasonati (seppur meno longevi) Lowe, ma è un paragone poco indicativo per il lavoro di una band che ha saputo rialzarsi con stile: meglio ascoltarne il comeback discografico, pregevole ed onesto disco di synthpop dal taglio melodico/organico (nettamente superiore rispetto alle recenti prove di connazionali dallo stile similare quali Bobby e Sadman) che non mancherà di raccogliere i meritati consensi.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.adifferentdrum.com/