28-07-2008
LUX INTERNA
"[A Lantern Carried In Blood And Skin]"
(Projekt/Audioglobe)
Time: (62:19)
Rating : 7
Fra i gruppi più sottovalutati del 'nuovo folk' ci sono senza dubbio gli americani Lux Interna, fra i primi di tale sfortunata lista almeno per quanto attiene al filone più acustico, intimo e poetico del settore, per intenderci quello che ben poco (quando non addirittura nulla) ha a che fare con rune e seconda guerra mondiale. Curioso constatare come ciò sia potuto accadere ad un gruppo che, tra il 2001 ed il 2007, ha rilasciato i suoi quattro lavori per quella Eis & Licht che è fra le più credibili e stimate etichette del settore, ma forse, nemmeno troppo maliziosamente, tale 'colpa' si può imputare proprio all'assenza di rune, toni marziali e campionamenti da cinegiornale di cui sopra, che tanto spazio occupano ancora nel panorama odierno della cosiddetta 'brown area'... Niente di male nel seguire certe 'correnti' piuttosto che altre, a patto che poi non si lasci giacere nell'indifferenza il lavoro di una band come quella capitanata da Joshua Levi Ian Gentzke e dalla sua bella consorte Kathryn, affinato con gli anni ed ormai giunto ad un livello formale ed emotivo rimarchevole. La band di San Francisco realizza oggi il suo primo lavoro 'americano' grazie al deal raggiunto con la Projekt, etichetta ovviamente più adatta della tedesca Eis & Licht a promuovere a dovere l'opera del quintetto nel mercato statunitense, se non altro per motivi prettamente logistici. Al momento non sappiamo dirvi se in futuro l'accordo con la celebre etichetta americana procederà parallelamente alle stampe europee su Eis & Licht (come è probabile), ma quel che è certo è che il sound della band negli ultimi anni si è decisamente avvicinato alle coordinate stilistiche della label di Sam Rosenthal, e quindi non ci stupiremmo se in futuro fosse proprio la Projekt a farsi carico di realizzare i lavori dei Lux Interna a livello globale, vista la sua forte presenza anche sul mercato europeo. Senza dubbio la release in esame è comunque destinata al mercato prettamente americano, per intenderci quello che non ha avuto modo di scoprire la band attraverso la Eis & Licht, salvo magari quei pochi yankee che ogni tanto si fanno un viaggetto in quel di Lipsia per il WGT e/o acquistano online attraverso i mailorder. "[A Lantern Carried In Blood And Skin]" è infatti una raccolta dei migliori brani sinora registrati dal gruppo nell'arco dei suoi quattro lavori 'europei', anche se ad onor del vero il debutto ufficiale, ossia il 10" "Truth And Beauty And All Their Severity", non è stato minimamente toccato... Trattasi quindi di un compendio di 10 canzoni che toccano tutti e tre i full-length pubblicati dai nostri, con due estratti da "Absence And Plenum" (2002) e quattro brani a testa da "Ignis Mutat Res" (2004) e "God Is Not Dead For The Birds" (2007). Poco più di un'ora di musica per (ri)scoprire le sonorità dei cinque americani, totalmente impregnate di intimismo acustico ed ariosità tipicamente folk, fra ballate delicate (la pregiata "Into Nothing"), episodi densi di grigiore (la più datata "For An Autumn Girl"), momenti più drammatici ("Flowers Under Glass", cantata da Kathryn, e la più teatrale e strutturata "A Season Apart") e persino qualcosa di più 'solare' e 'pop' ("Your Lily White Hands"). Da segnalare anche la malinconica "Blossoms", l'oscura e ben costruita "Lange Mußt Du Leiden" (che trasuda puro rimpianto) ed il gioiellino finale, l'eterea ed evanescente "Distance", anch'essa dominio di Kathryn. Quello dei Lux Interna è un suono che si è affinato rapidamente con gli anni attraverso l'incrocio vocale sempre più bilanciato dei coniugi Gentzke ed il sapiente innesto di spunti neoclassici, sino a giungere ad alte vette di passionalità, intensità e verve poetica, ed i 10 estratti inclusi in questa raccolta (ben confezionata nel gradevole digipack, completo di booklet coi testi) ne sono la miglior testimonianza pratica. Di certo questa release non avrà alcuna utilità per chi già possiede le opere del gruppo americano, essendo purtroppo sprovvista di inediti (unica vera pecca, unita al fatto che almeno altri 2-3 brani si potevano includere), ma se qualcuno qui da noi dovesse ancora scoprire le qualità dei Lux Interna, potrebbe partire proprio da questo dischetto...
Roberto Alessandro Filippozzi