28-07-2008
CYCLOTIMIA
"Algorithms"
(Rage In Eden/Audioglobe)
Time: (51:52)
Rating : 8
Nell'Europa orientale esiste un poliedrico substrato musicale che spazia tra goth sfaccettato e polifono, ricco di sonorità screziate ed eterogenee, tra etnicismi neoclassici e concettualità elettroniche. Cyclotimia è un combo russo che dal 1997 propone visioni con gran prospettiva verso l'avanguardia sintetizzata e, come Kontour (di cui vi abbiamo recentemente descritto il nuovo lavoro), miscela tecnologie e campionamenti utilizzando macchine di nuova concezione così come apparecchiature di vintage sovietico. Timidamente si sono affacciati alle finestre dell'occidente, spesso presenti in compilation disparate, complice il loro sound atipico e non definibile in schemi precisi. La casa che li circoscrive è l'IDM, però il confine è labile e i voli sonori di MK ed LM (entrambi artefici delle elaborazioni tra synth, samplers, drum-machine e programmazioni campionate) ci portano verso orizzonti veramente aperti ed interpretabili. L'opportunità della consacrazione definitiva verso il mercato complessivo europeo arriva con Rage In Eden, label polacca che tra i propri artisti vede anche Allerseelen, Cold Fusion e Rukkanor. "Algorithms" non è un album nuovo, bensì la ristampa di un lavoro che Cyclotimia rilasciò per l'etichetta russa Irond nel 2005 con l'aggiunta di tre bonus-track estratte da "Alpha Omega", prodotto da Stateart nel 2002 in formato doppio CD assieme all'altro dischetto "Wasteland", quest'ultimo forse il momento migliore del duo per il suo misticismo afflitto, pennellato di eteree incongruenze, non così dissimile dalle ambientali musicalità esoteriche di alcuni brani degli Hocico o di Ah Cama-Sotz. Così tale ristampa ha unicamente la valenza di ripartenza artistica con prospettive più ampie, e le velleità le ha tutte. L'arma vincente del sound di Cyclotimia è la riproposizione in chiave avanguardista della sperimentazione visivo-musicale cominciata con gli Art Of Noise nel 1985 assieme all'uso del personaggio Max Headroom, prima vera icona digitale mediatica. Tecnica esecutiva perfetta ed immaginario artistico senza confini, "Algorithms" non è narrabile per singole tracce, ma merita un ascolto globale e meditativo: il senso concettuale è percepibile fin dalle prime note, la sua complementarità ideale potrebbe essere un'installazione d'arte moderna, una coreografia, qualcosa che comunque associa musica ed immagine, sensazione e percezione, idea e forma. Le undici tracce che lo compongono accompagnano per tutta la durata l'ascoltatore in un viaggio che amalgama primordi e divinazioni sonore, profane apocalissi e timorate aspettative religiose (stupende le immagini sacre rinascimentali del digipack). Si evolve graduale sin dalla prima traccia, la title-track, e se la partenza è anarchica, ricordando un brodo primordiale in cui le particelle (suoni e note...) si agitano mulinanti, gradualmente al caos subentra il dialogo elementare, l'ordine; in "Radio Pentagon" nuove creature, su basi matematiche complesse, prendono forma, la musica si raffina in eleganti strutture geometriche e ripetibili all'infinito, e se l'umanità declina, a livello quantico la vita continua e nuove nicchie sono occupate, l'infinitamente piccolo diventa struttura compatta e definita. È il modo migliore di percepire la musica di Cyclotimia: lasciare che le sue 'ife' sonore si propaghino in voi come appagati ospiti plagiati dalla musica, installando geometrie mentali e spazi concettuali senza limiti nel possibile e nell'impossibile.
Nicola Tenani