23-06-2008
SPECTRUM-X
"Darkest Night Ever"
(Darkest Labyrinth)
Time: (52:42)
Rating : 6
October 31, 1890. "Mom, I'm scared. - What' s wrong MaryAnne? - The Closet it's open, it's open again. 'Something' is breathing inside of it, 'something' nasty... And the doll on the rocking chair... her eyes are shining horribly. And I heard flowers whisper..." Inizia così la favola gotica che Nullifer e Candybones vi narreranno in questo disco. Non troverete però il gotico di Tim Burton, con il bianco pallore dolcemente decadente della sposa cadavere: in "Darkest Night Ever" le creature degli Spectrum-X vi massacreranno, vi tortureranno, vi spilleranno sangue con psicotico gusto dello splatter. Nasce quattro anni fa questo duo composto di Nullifer (americano) e Candybones (italiana), e subito la loro unione artistico-sentimentale si concretizza con un disco autoprodotto, "Tea Party With Zombies", ed un singolo, "Gnomes Bones", anch'esso autoprodotto, inserito però anche in questo disco. Album che esce per l'etichetta giapponese Darkest Labyrinth, con quartier generale ad Osaka, ed idee molto chiare sul significato delle parole marketing e mechandising. La diffusione dei propri prodotti è capillare, ogni band nel proprio sito ha più di un link che rimanda a moltitudini di myspace e blog vari e la copertura planetaria è impressionante, considerando la recente nascita della label. "Darkest Night Ever" si presenta con booklet ricco di foto e disegni, testi e suono ottimo, e la qualità digitale è perfetta nelle masterizzazioni. Rispetto al lavoro precedente le novità non determinano una grossa evoluzione artistica, anzi, la forte e determinata personalità di Nullifer s'impone ancor di più sulla strumentazione globale mettendo in ombra il basso di Candybones, mentre la chitarra di Kiwamu, registrata negli studi di Osaka e mixata poi da Nullifer, vive degli stereotipi del death metal. Il disco si snoda tra orrorifici cantati in stile 'growl' che evocano simili lavori di Cradle Of Filth o Theatres Des Vampires, con richiami all'industrial-electro ed a volte al suono goth-rock nella chitarra, mantenendo un mix troppo etereogeneo che scade nel caotico. I momenti buoni non mancano: "Passage Into The Future" nel suo dualismo tra riff death/black metal ed intarsi elettronici, l'ottima "Can't Return Home", oscura e di ombrose arie gotiche con forte spleen nervoso supportato dalla ritmica industriale e prevalere dell'elettronica, così come pure la ballabile "Plasmic Show", e finalmente la voce atona di creatura inumana di Candybones s'inserisce in maniera decisa nell'economia del disco. Questi momenti possono nel futuro dare spessore a una band che, godendo della forza di una label competitiva, ha la fortuna di mettersi in luce, lasciando in un angolo i facili meccanismi che oramai anche il pubblico più accanito di Dani Filth ha decretato scontati e prevedibili. Lavorare sui synth e sulle campionature, per dare un tocco deciso agli oscuri aloni di atmosfere gotiche che già in questo disco timidamente affiorano, può portare gli Spectrum-X verso nicchie di pubblico e palati più esigenti.
Nicola Tenani