10-06-2008
TOTAKEKE
"eLekatota"
(Tympanik Audio)
Time: (73:06)
Rating : 8
Produttore e musicista newyorkese, Frank Mokros con "eLekatota" ha costruito con grande gusto e tecnica strumentale un album di livello concettualmente altissimo. Arruolato il linea definitiva dalla label Tympanik Audio, dopo la recente presenza con il brano "Emerging Organism" all'interno di una compilation della stessa label americana, con questo secondo album Totakeke conferma i pareri positivi raccolti con "Lament" e con "At The Train Station On A Saturday Evening", usciti rispettivamente nel 2003 e nel 2004 per la Frozen Empire Media. Già abbiamo speso parole d'elogio per questa nuova etichetta, attiva solo dalla seconda metà del 2007 ma già con un roster di artisti di ottimo livello, che crescono sotto la luce dell'elettronica sì estrema, ma progettualmente innovativa. "eLekatota", pur essendo collocabile nell'IDM, ha però talmente tante sfaccettature che respira di suoni globali, complicate trame di synth le quali per tutta la durata del disco obbligano chi ascolta a distruggere regole, sintassi acustiche, per creare nuovi universi musicali, nuove concettose attese. Elettronica fredda e distaccata, non per essere solamente ballata (forse l'unico episodio vero per dancefloor è "eLekatota Two"), ma per portare la mente verso mondi che possono esistere, che l'inverosimile è forse dietro una porta non così lontana. Totakeke fa di questo disco una sorta di 'stargate': entrare nella porta significa assistere alla nascita di un nuovo mondo, macchine e strumenti digitali, computer che creano regole esistenziali, nuove imperturbabili leggi tutte da scrivere. "eLekatota One" e "Carrier Signal" sono la prima parte di questa new age algida: la musica esplode in complicati assiomi numerici, codici binari che si trasformano in un caos sonoro, perfetto, autodeterminato a generarsi e generare. Senza stacco tra le tracce, tutte perfettamente mixate ed amalgamate, il viaggio verso il mondo perfetto di Totakeke continua asettico e strumentale; l'unico episodio in cui una voce inumana presenzia è "Millenia", appositamente incomunicante, fino all'eleganza stilistica di "Strangle", glaciale e sfavillante come un cristallo. Le geometrie e i suoni si equilibrano, trovano le loro perfezioni stilistiche, e la conclusione del disco inneggia alla stabilità trovata e voluta. "The Other Side Of The Tracks" è la felice conclusione: synth e sampler esplodono in ansiose iperboli musicali, la macchina prevale sull'uomo, l'estetica sul sentimento, la ragione è sconfitta, la luce che ne esce è artificiosa, riflessa da poliedri, prevale il bianco accecante, i diamanti sui rubini, il neon sul sole. Un altro passo avanti nella musica elettronica da ascolto e riflessione, che Mokros ha cesellato in 73 minuti studiati con professionalità e competenza: i nostri complimenti alla Tympanik per credere in progetti difficili e qualitativamente raffinati.
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/elekatota