02-06-2008
KLAUS SCHULZE/LISA GERRARD
"Farscape"
(Synthetic Symphony/Audioglobe)
Time: CD1 (78:55) CD2 (75:03)
Rating : 9
Del pioniere e genio dell'elettronica tedesca Klaus Schulze abbiamo parlato giusto la scorsa estate in occasione dell'album "Kontinuum", ennesimo in una discografia sterminata che in quasi 40 anni ha superato le 100 unità. L'ex Tangerine Dream ed Ash Ra Tempel vanta una carriera solista fra le più prolifiche della storia, e le collaborazioni non sono certo mancate negli anni, ma quella con Lisa Gerrard, sublime e maestosa voce dei Dead Can Dance, era un sogno che il sessantunenne artista tedesco coltivava sin dagli anni '80, quando colei che ha reso grande la colonna sonora de "Il Gladiatore" era intenta a scrivere alcune delle pagine più belle della storia della musica oscura assieme a Brendan Perry... Dopo tanto attendere, finalmente l'incontro artistico fra questi due colossi della musica contemporanea si è concretizzato nello studio a casa dello stesso Klaus, ed in sole due sessioni (divise su due giornate) la magia musicale e l'alchimia istantanea createsi fra i due artisti hanno permesso la registrazione di questi oltre 150 minuti di grande musica, nella forma di sette lunghe composizioni divise su due dischetti. Un'opera mastodontica dalla grafica spartana la cui spontaneità appare tangibile sin dal primo ascolto dei suoi sette segmenti, tutti denominati "Liquid Coincidence" con un numero progressivo da 1 a 7: le sottili, a tratti impalpabili - e liquide, appunto - trame sintetiche di Klaus, mai così avvolgenti in passato, creano la base ideale per l'infinito estro vocale di Lisa, che nel corso di tutto il disco sfodera l'ennesima performance maiuscola, inarrivabile ed inconfondibile in una storia artistica priva di sbavature. Lisa sfrutta al meglio tutto il proprio sconfinato talento naturale su basi che le permettono di fare letteralmente ciò che vuole, anche quando un minimo di ritmo prende piede timidamente, e sebbene questo disco nasca anzitutto nella mente di Klaus, è proprio la Gerrard a recitare il ruolo di assoluta protagonista, incantando con un range di soluzioni apparentemente illimitato. Analizzare un disco che parte da cotante premesse (leggi: due artisti che non conoscono neanche lontanamente la mediocrità e che negli anni hanno rivoluzionato stili e contesti sonori) è un po' come stare a discutere del sesso degli angeli, tanto più se già dal primissimo ascolto si realizza di trovarsi di fronte ad un progetto la cui effettiva riuscita è fuori discussione... Ovviamente, vista la mole di materiale inclusovi, non si tratta di un ascolto facile, bensì di un'esperienza intima che necessita del massimo abbandono possibile nei suoi stessi meandri, al fine di essere apprezzata appieno. Un diamante mirabilmente intagliato, una gemma sonora che ribadisce una volta in più quale sia la statura artistica dei suoi illustri protagonisti.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.spv.de/eng/syntheticsymphony/