20-05-2008
RED CELL
"Lead Or Follow"
(Progress Productions/Audioglobe)
Time: (37:53)
Rating : 9
La sempre prolifica Svezia non smette mai di stupirci in ambito electro, e sempre più è la Progress Productions a rappresentare il fulcro di una scena vitale e qualitativamente superiore, come testimoniano svariate release da noi recensite. L'agguerrita label svedese, infatti, dopo averci deliziati col solidissimo e devastante debutto del 2005 "Hybrid Society" torna a proporci i connazionali Red Cell, qui alle prese col loro secondo, attesissimo album, che segue un esordio già estremamente positivo. Perso per strada il membro fondatore Jens Eriksson, i Red Cell hanno optato - almeno in parte - per una netta discontinuità col recente passato: sono infatti spariti quei roboanti riff di chitarra distorta che permeavano le canzoni del debut, e se da un lato ciò ha contribuito in maniera determinante all'ottenimento di un sound decisamente più rifinito e ricco di sfumature, dall'altro lato non è andata persa neppure un'oncia della micidiale potenza mostrata tre anni or sono. Il trio, guidato oggi più che mai dall'ottimo frontman Jimmy Jönsson, si ripresenta a piena potenza, e rompe gli indugi sparando subito due cartucce letali come la vorticosa e devastante "Shine" e soprattutto la distruttiva "Broken Smile", la cui melodia è quanto di più infettivo e groovy si sia sentito in ambito EBM negli ultimi anni. Già, EBM, melodica e meno statica rispetto ai canoni del genere, senz'altro lontana dal minimalismo dei figli bastardi di DAF e Nitzer Ebb e semmai collocabile a metà fra "Maschine Zeit" dei Funker Vogt e "God Of Hell" di The Retrosic (con grande personalità e senza alcun tentativo di emulazione), ma sicuramente EBM, perché nonostante le vocals di Jimmy si siano mantenute ruvide e caustiche al punto giusto ed i nostri generalmente picchino durissimo, nel caso dei Red Cell sarebbe errato avvalersi dell'etichetta 'harsh'. Ce ne dà una dimostrazione pratica "Substitute", che alterna strofe dove la voce è velenosissima ad un refrain pulito che è l'altra grande novità in casa Red Cell, dopo qualche esperimento passato non proprio riuscito, e siamo nuovamente di fronte ad una traccia riuscita e vincente. Ma le sorprese sono appena cominciate: "New Condition" presenta una struttura 'circolare' altamente melodica, e le vocals - qui completamente pulite - mettono in risalto grandi qualità che in passato non erano nelle corde del buon Jimmy; "Silent Noise", invece, si muove agile e scattante e si fregia di un refrain da manuale, accorato ed intenso al punto giusto. Ma in un disco come questo c'è bisogno di una menzione specifica per ogni traccia, dalla nervosa "Movement" (col suo refrain disperatamente rabbioso) all'indiavolata "No Soul Control" (il cui ritornello è a dir poco furioso), e così via... Impossibile non soffermarsi su "Lust", autentica hit suadente e melodica che si fa amare dal primissimo ascolto (ancora superbo il refrain), mentre con "Attention" si torna a picchiare duro, sempre con un occhio di riguardo per le melodie incisive e catchy, appena prima che le pregevoli strutture in odore di synthpop di "Grace" chiudano l'opera. Un disco impeccabile e pieno di autentiche club-smasher, capace di coniugare al meglio melodia e potenza, solido e completo, composto, arrangiato ed eseguito con sagacia e grande gusto, prodotto superbamente e praticamente privo di momenti sottotono, il cui unico 'neo' è una durata di soli 38 minuti: un ritorno in grande stile per una band che, oltre a mangiarsi in insalata gente come i tanto osannati [:SITD:] e altri, è pronta a fare un sol boccone di molti nomi altisonanti caduti nella ripetizione di sé stessi. Da avere, e da appuntare già da ora per le classifiche di fine anno: Red Cell will lead, the others will follow...
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/redcellofficial
http://www.progress-productions.com/