14-05-2008
ATTRITION
"3 Arms & A Dead Cert"
(Two Gods)
Time: (50:32)
Rating : 7.5
Della massiccia operazione di ristampa del ricco catalogo dei longevi Attrition ci stiamo occupando in maniera consistente anche noi di Darkroom, e questo grazie allo stesso leader del progetto Martin Bowes, il quale continua a farci pervenire con grande cortesia tali riedizioni curate dalla sua label Two Gods. Stavolta tocca ad un classico per lo storico act inglese, ovvero quel "3 Arms & A Dead Cert" che uscì nel 1995 sotto l'egida della gloriosa e mai dimenticata Hyperium, senza dubbio fra i momenti di massimo splendore del progetto per quanto attiene alla decade dei 90s. Creato col prezioso ausilio di Franck Dematteis (musicista classico e membro dell'Opera di Parigi che ritroveremo al lavoro assieme a Martin su "Etude" due anni più tardi) alla viola, oltre al fatidico contributo vocale della collaboratrice di sempre Julia Waller ed all'apporto chitarristico di Mark Beswick, "3 Arms..." evidenzia la volontà di Martin di portare un background prettamente electro in un contesto più dinamico ed aperto alle contaminazioni, che nel caso specifico mirano alla commistione fra bassline e ritmi di stampo danceable estremamente versatili ed elementi di natura classica quali la viola di Franck e le efficaci vocals sopranili di Julia. Possiamo oggi riscoprire nel migliore dei modi, grazie al puntuale lavoro di rimasterizzazione (cui si aggiunge un artwork in parte rinnovato), autentiche lezioni di stile nel miscelare elettronica e neoclassicismo, come dimostrano le varie "White Men Talk", "Cosmic Citizen", il classico "Acid Tongue", "Slice Of Life" e "One Of These Mornings...", nonché ammirare l'estro di Mr. Bowes in momenti di pregio assoluto come la perla "Predicament?", magistralmente costruita fra elettronica cupa e tocchi sinfonici, e la title-track, che apre in modo quasi spettrale per poi infiammarsi in un solenne crescendo neoclassico. Anche momenti come l'ossessiva "The Second Hand", la seducente "Demi-God" e l'outro sinfonico "Prelude..." sono degni di essere riscoperti, ed in definitiva possiamo affermare che un disco così creativo, coraggioso e senza dubbio riuscito, specie in ambiti dove dar sfogo alla creatività può voler dire trovarsi fuori dai dancefloor (con tutto quel che ne consegue), deve trovare un posto in ogni collezione di musica elettronica che si rispetti e che vada oltre i soliti nomi riempi-dancefloor. Ora chi mancò l'acquisto ai tempi che furono non avrà più scuse, anche se è vero affermare che qualche bonus-track contribuirebbe a rendere più appetibili le ristampe a firma Attrition.
Roberto Alessandro Filippozzi