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Room 106

14-05-2008

MOONSPELL

"Night Eternal"

Cover MOONSPELL

(SPV/Audioglobe)

Time: (43:42)

Rating : 7.5

Sono passati due soli anni dalla pubblicazione di "Memorial", album che ha prepotentemente segnato il ritorno del combo lusitano verso territori musicali più aspri ed estremi rispetto al periodo dark/sperimentale dei tre precedenti lavori: un lasso di tempo durante il quale la fama dei Moonspell - così come l'indiscusso talento del loro frontman e leader Fernando Ribeiro - ha avuto modo di consolidarsi in maniera definitiva presso i cultori del gothic metal, che oggi li considerano alla stregua di impeccabili divinità delle più oscure sinfonie metalliche. Ma bastano davvero un nome che conta ed una manciata di canzoni dannatamente oscure e piene di tensione per dare in pasto ai propri fan un album che non faccia rimpiangere, per l'ennesima volta, i bei tempi di quei due intramontabili capolavori che rispondono al nome di "Wolfheart" ed "Irreligious"? Non sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di più da una band che ha contribuito a scrivere l'intera storia di un genere, anche solo un piccolo segno d'innovazione, anziché il solito sfacciato guardarsi indietro alla disperata ricerca della magia ormai svanita? Oggi tutti sappiamo che i Moonspell hanno praticamente perso la voglia di osare ed il coraggio d'incidere un nuovo "Sin/Pecado" (visto che, all'epoca, il feedback nei confronti delle sperimentazioni, portate avanti dai nostri e da altri act storici quali Paradise Lost e My Dying Bride, fu tutt'altro che positivo), e per chi ha apprezzato la fase più sperimentale della loro carriera sarà davvero difficile non rammaricarsene. Ma se ancora riuscite ad accontentarvi di questi vecchi lupi tornati a suonare la materia ad essi più consona, allora "Night Eternal", che già si candida a salire sul podio dei migliori album gothic metal di quest'annata, non vi deluderà affatto. Unita agli insistenti arrangiamenti sinfonici ed alle numerose apparizioni del coro di voci femminili composto da Carmen Simões (Ava Inferi), Sophia Vieira (Cinemuerte) e Patrícia Andrade (ex-Volstad, The Vanity Chair), la ferocia luciferina e morbosa del più famoso metal act portoghese svela un fascino inimitabile e, senza ombra di dubbio, non comune alle formazioni 'novizie'; gli episodi più estremi del disco, a favore dei quali pende una bilancia equilibrata da una più piccola porzione di brani decisamente più gotici ed atmosferici, rischiano di diventare delle vere e proprie hit da sfoderare al momento giusto in sede live. La classe aristocratica e l'eleganza viperina dei maestri emergono aggressive (grazie anche alla produzione di Tue Madsen, cristallina ed al passo coi tempi che corrono) attraverso l'opener "At Tragic Heights", sfuriata simil-black metal in chiave orchestrale, la solenne e tenebrosa title-track ed il vellutato gothic metal a doppia voce dell'esoterica "Scorpion Flower", canzone dal ritornello killer che si avvale del preziosissimo contributo di una Anneke Van Giersbergen (ex-The Gathering, Agua De Annique) in evidente stato di grazia. Credetemi se vi dico che la conclusiva "First Light", con il suo mood ancestrale, l'incedere in crescendo ed i cori sabbatici in sottofondo, non ci fa nemmeno rimpiangere vecchi capolavori del calibro di "Wolfshade" e "Full Moon Madness". Un po' più d'innovazione ci avrebbe sicuramente fatto piacere, ma non possiamo essere riduttivi nei confronti di un gruppo che la classe e la genuinità ce li ha nel sangue. Unito alla notte, nel suo abbraccio eterno.

Marco Belafatti

 

http://www.moonspell.com

http://www.spv.de/