02-05-2008
ARCANA
"Raspail"
(Kalinkaland/Audioglobe)
Time: (38:06)
Rating : 7.5
Il ritorno degli Arcana è un inno alla claustrofobia, qui rappresentata dalla tomba del rivoluzionario Francoise Raspail nel cimitero monumentale di Père Lachaise a Parigi, in cui una donna velata aggrappata alle sbarre di una tomba-prigione si lascia andare a dolore e rassegnazione (monumento a cui già i Dead Can Dance resero tributo con la copertina di "Within The Realm Of A Dying Sun" nell'87). Arcana e Dead Can Dance: un accostamento che negli anni ha visto ambo i gruppi spesso elettivamente affini, in cui la voce di Peter Bjärgö ha la stessa profondità latente di Brendan Perry, e così anche le tastiere di Stefan Eriksson e le percussioni di Mattias Borgh, fredde, distaccate, marziali, a volte simili alle ritmate, apocalittiche percussioni di In The Nursery; importante anche la componente femminile, incarnata dalle voci di Ia Bjärgö e Ann-Mari Thim. Tutto ciò lo si sente in maniera forte già nell'opener "Abrakt", così come in "Out Of The Gray Ashes" o in "Lost In Time": il colore della voce di Peter Bjärgö è sempre su toni autunnali, decadenti, mentre le voci femminili esaltano il carattere mistico dal sapore di antica cattedrale gotica, elevandosi su toni quasi sopranili; i ritmi delle percussioni si mantengono sempre pacatamente ossessivi e marziali, mentre le tastiere restano cupe nel tracciare scenari apocalittici, molto simili a ciò che esprimevano i Dead Can Dance in "Spleen And Ideal" o i Dark Sanctuary nei loro ultimi episodi musicali. Questo, poi, traspare forte anche dall'ascolto della conclusiva Circumspection o di "Invisible Motions": Ia ed Ann-Mari si supportano bene tra vocalizzi e cantati, tra musiche ritmate e funeree campane, degne del miglior patrimonio gotico-ethereal. Anche se Peter rimane l'unico membro originario dei tempi di "Dark Age Of Reason", la personalità artistica degli Arcana rimane intatta, ma l'esperienza collaterale dei Sophia ha lasciato tracce indelebili nel background di questo grande artista svedese. Non più Cold Meat Industry da "Inner Pale Sun" (a cui hanno fatto seguito due album per la Erebus Odora, di proprietà di Peter stesso), per un passaggio significativo alla corte di Harald Löwy dei Chandeen ed alla sua etichetta Kalinkaland. Il suono è diventato più completo, più intimista da una parte, mantenendo sempre i connotati di una fredda sacralità. Suoni antichi che ingiustamente valgono un blasone 'medieval' al quintetto scandinavo, mentre invece si respira Oriente ed Europa in "Raspail", omaggi sonori a divinità arcaiche e pagane, ere mitologiche accomunate dalla percezione ipnotica del ritmo musicale. Ben oltre il semplice 'medieval', etichetta spesso attribuita a molti gruppi con troppa sufficienza, bensì un etno-goth (se mi si concede il termine) che ci regala un concept-album il quale, dalla prima all'ultima traccia, trascina l'ascolto verso una ipnosi regressiva nella quale istinto e percezione prevalgono su ragione ed estetica: tale è la forza evocativa di "Raspail". Un disco sicuramente superiore a "Le Serpent Rouge" per la maggiore quantità di temi sonori espletati, un grande viaggio attraverso tutti i 12 anni dell'esperienza Arcana: l'unica pecca resta quella di respirare ancora troppo sapori a la Dead Can Dance, anche se "Raspail" ha il pregio di sottolineare un forte ritorno della voce come protagonista, fredda e piatta nella sua veste maschile, quasi a volere rappresentare la spietata condizione umana, ed eterea nel suo innalzarsi al divino nelle performance femminili, in cui il tutto si sposa meravigliosamente con il suono globale. Un disco consigliato, così come vale il consiglio di ascoltarlo al buio, lasciando che vi guidi nell'intimo peregrinare verso le lande più profonde dell'inconscio...
Nicola Tenani
http://www.erebusodora.net/arcana/