31-03-2008
NARSILION
"Namárië"
(Black Rain/Audioglobe)
Time: (55:42)
Rating : 6.5
I catalani Narsilion, nati dalle ceneri degli Ordo Funebris, non sono certo gli ultimi arrivati nell'affollato ambiente neo-medioevale del vecchio continente. Le origini dell'attuale formazione a due vanno infatti ricercate nel lontano 1999, quando il leader Sathorys Elenorth decise di dar vita ad un progetto solista che, qualche anno dopo, avrebbe coinvolto altri musicisti - in primis la sempre presente Lady Nott - ed assunto l'attuale denominazione, sfruttando senza troppi indugi il revival del filone fantasy generato dalla colossale trasposizione cinematografica de "Il Signore Degli Anelli" (celeberrimo romanzo di J. R. R. Tolkien le cui trame hanno palesemente ispirato le creazioni artistiche dei Nostri), fino a conquistare l'attenzione e la devozione di numerosi ascoltatori sparsi qua e là in tutta Europa. Il successo dei Narsilion, di fatto, è stato consacrato in breve tempo, attraverso due soli album in studio, un EP e qualche sporadica esibizione live; un fattore, questo, che ha permesso alla band di pubblicare il nuovo disco a poco più di un anno dalla precedente release, forte di un nuovo contratto stipulato con la label tedesca Black Rain. "Namárië" si muove essenzialmente sulle stesse linee-guida tracciate dai suoi predecessori, gli apprezzati "Nerbeleth" ed "Arcadia": solenni tastiere dalle brame sinfoniche, sezioni di fiati, violini ed eteree vocals femminili costituiscono l'ossatura di un album palpabile nella sua malinconia ed al di fuori di una ben definita collocazione temporale, seppur saldamente ancorato ai logori cliché di una scena che, per antonomasia, è poco incline all'innovazione. Così, se da un lato la vincente sezione centrale del platter (composta da "Enmig Del Silenci", "Agmar", "O Sonar Des Aguas" e dalla title-track), grazie a certe caratteristiche più prettamente neoclassiche e gotiche, può tranquillamente fare la felicità di una fascia di pubblico ben più ampia rispetto a quella dei 'soliti' fanatici di fate, elfi e boschi incantati, dall'altro i nove brani dell'album continueranno a lasciare indifferenti tutti coloro che solitamente non apprezzano il tipo di atmosfere di cui il duo spagnolo è foriero. Sta a voi decidere da quale parte schierarvi.
Marco Belafatti