17-03-2008
MANZANA
"Nothing As Whole As A Broken Heart"
(TRC/Masterpiece)
Time: (35:20)
Rating : 7
Dalla fredda Finlandia, terra che ha dato i natali ad una marea di realtà symphonic e gothic metal di ampio successo commerciale, nonché al cosiddetto 'love metal' degli HIM, ci giunge questo quartetto, formatosi nell'estate del 2003 e finalmente giunto al debutto ufficiale. Per qualche ragione i musicisti finnici hanno buon gioco nello sciorinare sonorità dal facile appeal commerciale, ed i Manzana non sono da meno: la loro formula, basata su di un songwriting orecchiabile e 'pop' (ma non certo 'gothic', come invece suggerisce la pubblicità) dal piglio rock e dalla solidità strumentale tipicamente metal, dimostra infatti un buon potenziale commerciale, peraltro già foriero di consensi e riscontri in una madrepatria che al primo posto delle charts alternative ha già mandato persino i Children Of Bodom. "Pain" irrompe col suo riffone groovy e coi synth chiamati a ricamare con sagacia, mentre le vocals evidenziano il buon istrionismo ed il carisma della platinata frontgirl Piritta Lumous, apprezzabile interprete alla quale manca solo un po' di grazia e melodia in più, possibilmente a scapito di certe spigolose scelte vocali. Bene anche "Falling To Pieces", di cui già esiste un clip, ben giocata su strofe convincenti, synth sempre ben integrati ed un refrain di grande impatto, e si distinguono anche altre potenziali 'hit' quali l'energica e melodica "Mermaid" (con un ritornello da cantare a pieni polmoni), la più strutturata ma sempre agile "Call" (che vanta buoni break melodici), la più rockeggiante e diretta "Cripple Heart" e la conclusiva "Valentine", ben arrangiata e costruita in tutti i sensi. Per contro, episodi quali "Silence" (con un break in cui Piritta opta per soluzioni sconsiderate, con pessimi risultati!), la nu-metaleggiante "Gift" e la velenosa "Diamond" si rivelano assai meno convincenti, e questo a causa di una vena compositiva più marcatamente metal che stempera certe buone intuizioni 'pop', tralascia i buoni arrangiamenti di cui la band è capace e si perde in soluzioni già ampiamente sfruttate da troppi altri. Restano comunque sei brani apprezzabili su nove, e vogliamo essere fiduciosi del fatto che la band, che per inciso suona coesa, graffiante e dimostra buone capacità tecniche su tutti i fronti, saprà limare certe asperità ed osare un po' di più in senso 'pop', viste le evidenti velleità commerciali. Staremo a vedere quando e come ciò avverrà, ma nel frattempo chi non disdegna il 'pop metal' da classifica (e certa orecchiabilità tipicamente finnica) potrà trovare spunti interessanti già in questo pur breve debutto.
Roberto Alessandro Filippozzi