04-02-2007
ARIEL KILL HIM
"Named After You"
(Kasual Recordings)
Time: (48:09)
Rating : 7
Epigono della scuola dark-pop scandinava, insieme agli assai più conosciuti Kent, il polistrumentista David Lehnberg ed i suoi Ariel Kill Him giungono al traguardo del terzo disco sulla lunga distanza. Uscite dal livello altalenante, capaci di raggiungere picchi di qualità sopraffina ("Alpha Is Down", l'ep "Labyrinths") ma alternate a prove parecchio sottotono ("In The Pyramid", "She Wears The Stars Like Him"). Questo nuovo "Named After You" (che ovviamente non ha distribuzione italiana, a riprova della scarsa lungimiranza dei distributori) si pone a metà strada tra i due opposti, sebbene più vicino allo zenith che non al nadir dello svedesino tutto pepe. Dark pop ispirato, cupo, raffinato, a tratti supportato da un sapiente uso dell'elettronica, impreziosito da ritornelli che definire accattivanti sarebbe quantomeno riduttivo (provate a NON fischiettare "Vivid And Alive" o "Last Blast First" se ci riuscite...), sporadicamente spezzati da brani meno incisivi e da vistosi cali di tensione - vedasi "Technical Put Down", "The Lystra Set" o la finocchissima "The White Cut". Come dite? Termine 'politically scorrect'? Eppure è l'aggettivo che meglio si adatta alle parti meno ispirate di "Named After You", che vanno a volte a (s)cadere in un pop-ettino leggero, molto leggero, quasi... ehm... ecco... proprio... finocchio, dovete passarmi il termine. D'altro canto, l'uso della voce pulita e melodica come asse portante dei brani e degli arrangiamenti rende oltremodo difficile non dare a volte un'impressione di eccessiva morbidezza. Sarebbe peraltro ingiusto far passare sotto silenzio la qualità della maggior parte dei brani di questo disco (che è possibile acquistare a prezzo decisamente amichevole sul sito myspace del gruppo, vale a dire http://www.myspace.com/arielkillhim), che spesso si lasciano ricordare a lungo anche dopo il termine dell'ascolto (cosa piuttosto rara di questi tempi). In conclusione, "Named After You" è una buona scelta per chi voglia decidere di spezzare gli ascolti usuali con un disco leggero e melodico ma 'scuretto' e di rimarchevole spessore.
Mauro Berchi