04-02-2007
DIMBODIUS
"While We Fall"
(Evenco)
Time: (53:06)
Rating : 5.5
Poche volte negli ultimi anni mi è successo di entusiasmarmi per un disco come mi capitò con "Not Love", il primo EP di Marcus Dimbodius (datato ottobre 2000, giusto per la cronaca), musicista svedese dalla classe cristallina e dalla voce riconoscibilissima e profonda, la cui musica si poteva ricondurre ad una darkwave con elementi pop ed una spruzzatina di elettronica (che non fa mai male, quando usata con sapienza...). Attendevo quindi l'uscita del primo disco con un'ansia che è cosa assai rara da queste parti, e finalmente, 5 anni dopo, il disco è arrivato. Momento solenne quello del primo ascolto, che di solito rimane nel tempo quello 'definitivo' per quanto riguarda le impressioni generali che ricavo da un disco. Mi piange il cuore doverlo dire, ma purtroppo il disco è enormemente inferiore alle aspettative. Intendiamoci, non è brutto, anzi... Fosse venuto da un gruppo sconosciuto, fosse stata una prima prova, non ci fosse stato "Not Love" come termine di paragone, mi sarei sicuramente gettato in lodi sperticate. Se, se, se... Un sacco di 'se' e di 'ma' per cercare di limitare l'inevitabile delusione. Un sacco di 'se' e di 'ma' che lasciano francamente il tempo che trovano, di fronte ad un disco pulito, perfetto, rotondo, impeccabile, le cui canzoni però mancano del mordente e del tocco del vero genio presenti in ogni secondo di quel piccolo miracolo di "Not Love". Rimane inoltre difficile comprendere come mai la tracklist sia stata assemblata mettendo per prime le 5 canzoni peggiori del lotto. Dalla sesta al termine il disco si risolleva in modo impressionante ("Half A Lover?", "From A Stone" e sopratutto "Breaking You" sono gran canzoni, senza ombra di dubbio), ma i primi 4 brani arrivano persino ad irritare per la prevedibilità delle scelte melodiche e degli arrangiamenti, che in più di una occasione riportano alla mente gli A-Ha più ruffiani ed 'easy'. Sentire tanto talento sprecato mi fa imbestialire, soprattutto in considerazione del fatto che tutti i brani (anche quelli meno riusciti) HANNO numeri che pochi altri gruppi possono mettere in campo, in termini di raffinatezza e profondità. Intendiamoci, non capita spesso di sentire un disco di questo livello, ma la valutazione non può prescindere dal constatare come le vette raggiunte con l'EP precedente rimangano purtroppo lontane. A ulteriore riprova del fatto che probabilmente Dimbodius rende meglio sulla corta distanza, dopo "While We Fall" è uscito un singolo di tre brani ("Half A Lover", per l'appunto) che spazza via il disco senza troppi problemi. E nonostante i parecchi aspetti di "While We Fall" che mi hanno fatto storcere il naso, attenderò il prossimo disco con aspettative immutate, ben sapendo - e sperando - quanto sia plausibile che il gruppo ritorni in carreggiata...
Mauro Berchi