03-03-2008
SEVERE ILLUSION
"Shortcut To Civilization"
(DSBP)
Time: (64:56)
Rating : 8
Ci piace molto parlare della scena elettronica svedese, che tanto continua ad offrirci non solo con superstar del calibro dei Covenant e tutta una serie di realtà già affermate (Statemachine, Interlace, Lowe...), ma anche con act emergenti quali Necro Facility, Terror Punk Syndicate, Cryo etc., e torniamo a farlo volentieri con uno dei nomi ingiustamente più sottovalutati in tale ambito geografico, ovvero quei Severe Illusion che tengono alto il nome della vera EBM in Europa senza mai aver incontrato quei consensi che invece avrebbero ampiamente meritato sin dagli esordi. "Shortcut To Civilization" non è l'ultimo parto del duo svedese, in quanto edito sul finire del 2006 dall'americana DSBP (e quindi uscito prima dell'EP "Armed Evolution" del settembre 2007, di cui presto vi parleremo), e nella discografia della band rappresenta la terza fatica sulla lunga distanza. I due scandinavi, che a livello concettuale amano provocare con forza e senza preoccuparsi in alcun modo delle scemenze 'politically-correct' con un'attitudine a tratti molto 'punk', musicalmente parlando amano creare della solida EBM che, anziché rincorrere i soliti modelli europei (DAF e Nitzer Ebb su tutti) come troppi già fanno con risultati spesso mediocri, si sviluppa su coordinate decisamente più personali e si rifà solo in parte ai colossi canadesi degli anni '80. Non sfugge a queste regole neppure il terzo album di Fredrik Djurfeldt ed Ulf Lundblad, che proseguono sulle ottime coordinate tracciate coi validissimi "Discipline Is Reward Enough" (2003) ed "Accomplishments Of Leopold II" (2005) ed ampliano il discorso grazie a soluzioni sempre intriganti, alimentate a dovere dalle forti venature industrial che emergono in buona quantità. L'album si apre bene con la velenosa e ritmata "Life Ends Here", giocata su di un'ottima melodia infettiva, e regala momenti memorabili con la malvagia e ferale "Killing Useless Nations" (divisa fra oscure melodie e scudisciate ritmiche squisitamente industriali), con la cattiva ed intensa "Competitive" (la cui melodia cattura al volo), con la più calibrata e formale "Barbarian", con la più oscura e riflessiva "Right In Your Hostile Little Face", con la funzionale "Bad People" (che richiama gli Skinny Puppy dei giorni migliori), con "Solution" (giocata su sonorità più sporche ed un'attitudine rockeggiante dall'effetto opprimente) e con "Running Like A Madman", quest'ultima vero manifesto di un EBM-sound apparentemente scarno, ma in realtà ricco di sfumature e realmente oscuro. Il duo ama anche spingere verso il caos industrialoide più ruvido senza scivolare mai nella banalità dell'harsh-electro odierna, come nel caso di "Erased", della scoppiettante ed iper-distorta "Nuclear Advantage", nella più danceable "Named After You" e nel folle atto finale "Our Future", ma sa sviluppare a dovere anche piacevoli varianti quali la cadenzata ed ossessiva "One Foot On The Cross", la pacata ed avvolgente "Thinking About Mountains" e la curiosa e strisciante "Death From Above". Le vocals di Fredrik si rivelano sempre laceranti ed assolutamente adeguate al contesto globale, complici alcune intriganti variazioni messe in atto con sagacia e delle bassline sempre incisive, ed in definitiva l'intero album, nonostante l'ampio minutaggio, scorre via piacevolmente in virtù di un songwriting mai statico, perfettamente servito da una produzione che evidenzia la ricerca di suoni diretti ma sempre capaci di sorprendere. Chi desidera ascoltare della vera EBM fatta non solo di muscoli, ma anche di sudore, sofferenza, rabbia, cervello e cuore, non può prescindere dall'ascolto di una band che per tutto questo primo stralcio del nuovo millennio ha prodotto lavori di ottima fattura come questo "Shortcut To Civilization". Fatevi sotto...
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.severeillusion.com/