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Room 101

17-08-2024

INNER CONFLICT

"Alive"

Cover INNER CONFLICT

(ScentAir Records)

Time: CD (41:50)

Rating : 7.5

Proseguendo spediti nel nostro recupero dei titoli pubblicati dalla ScentAir Records, arriviamo a quella che è stata - in data 23 dicembre - l'ultima uscita del 2023 per l'etichetta moscovita, ossia l'atteso secondo album degli Inner Conflict, act russo di ultraventennale esperienza. Se il singolo del 2020 "Oh! Now I Sea It!" (le cui tre tracce sono tutte incluse in "Alive") ci aveva detto poco in prospettiva per via della sua esigua durata, molto meglio aveva fatto l'EP digitale della scorsa estate "Where Do We Go", forte di due inediti (anche questi riproposti nell'album) coi quali l'asticella era stata visibilmente alzata. Cinque tracce già note, dunque, cui si uniscono sei nuovi pezzi, in un lavoro col quale Vitaly Mikheyev (voce, synth, programming) ed Artemy Babushkin (synth, programming) ripagano a dovere i propri seguaci di un'attesa che dura sin dal lontano 2010, anno di pubblicazione del valido debut "It's Just A Game". Fedeli ad uno stile old school synthpop di chiara ispirazione ottantiana, in una formula snella, essenziale e personalizzata col sapiente impiego di suoni piacevolmente differenti dagli standard del settore, i due procedono con passo sicuro nei nuovi brani, come si evince sin dall'opener "Outro Comes (Stay Alive)", ponte di connessione con l'ultima traccia del suddetto esordio, ad indicare la linea di continuità nello stile. I tre pezzi del singolo del 2020, benché apprezzabili, appaiono meno efficaci se paragonati non soltanto alle cose nuove, ma anche ai due episodi ripresi da "Where Do We Go": la title-track dell'EP si rivela infatti matura e carica di pathos, con l'ottimo gusto melodico del duo (frutto di una sensibilità differente da quella occidentale, come tanti altri gruppi russi stanno dimostrando, buoni ultimi gli Irradiated With Sound) a farla da padrone, mentre "Pray", raffinata e di classe, non manca di porre l'accento sulla buona prova vocale di Vitaly, singer apprezzabile in ogni situazione. A brillare maggiormente, come detto, sono i pezzi più recenti, tutti assolutamente pregevoli: dai momenti più ritmati e squisitamente ottantiani nel piglio, come "Desert Wind", "Sentimental" e quella "Secret Role" che chiude l'opera con grande sicurezza e carisma, ad un frangente come l'estrosa "In Too Deep", che sorprende coi suoi ricercati suoni esotici (presenti a più riprese in "Alive", con richiami a quella parte di Asia così prossima alla Russia) e le sue strutture in totale libertà, sino alla peculiare "Color Shades", esemplificativa di uno stile ed una forma impeccabili nella loro onesta e mai stucchevole essenzialità. Un ritorno di tutto rispetto per un progetto che, trovata - si spera! - maggior continuità, potrà sicuramente puntare ad alti traguardi, specie se saprà fare i giusti passi avanti, con la legittima ambizione di chi possiede indubbie capacità ed una chiara visione d'insieme.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://iseerussia.bandcamp.com/

http://www.scent-air.com/