27-07-2024
WHOLE
"Hydra"
(Blackjack Illuminist Records)
Time: CD (47:20)
Rating : 8
Un giorno, forse, riusciremo a scoprire il segreto dell'estrema versatilità e creatività di Alexander Leonard Donat, qualità che il poliedrico musicista affianca ad una capacità di concretizzare le proprie visioni artistiche non comune, trasformando in oro sonico praticamente qualsiasi cosa tocchi. Stupisce soprattutto come ciò avvenga regolarmente, indipendentemente dal fatto che egli sia solo al comando (Vlimmer, Assassun) o, come nel caso di Whole, in coppia con un altro esperto musicista, che nel caso specifico è quel Thomas Schernikau recentemente tornato alla ribalta con l'ottimo ritorno dei Forced Movement, dopo i grossi riscontri dei Forced To Mode (tribute-band dei Depeche Mode di alto livello e portata internazionale). Già apprezzato nell'intrigante debut "Bias" del 2018, l'act tedesco torna con un lavoro ancor più maturo, creativo e di ampio respiro, nel quale entrambi i protagonisti riversano idee mai banali e sempre coinvolgenti, lavorando in perfetta sinergia con voci e strumentazione per un risultato che spicca per originalità, nel fortunato incontro tra le inevitabili - ma argute e mai invasive - reminiscenze Depechemodiane di Thomas e l'estro minimal-retrò di Alexander. "Hydra" smorza in parte il taglio indie-pop dell'esordio, enfatizzando quel lato più incline ad un synthpop erudito e di grande pathos che conferisce carisma ad una scrittura sì ricca di soluzioni accattivanti, ma nell'essenza e nel ventaglio emozionale tutt'altro che "easy listening". Raffinatezza ed eleganza non mancano mai, sia nel tessuto strumentale che nell'eccellente gioco di voci, e colpisce il modo in cui i due riescano a dotare di originalità ognuna delle tante soluzioni impiegate, senza porsi limiti stilistici e, soprattutto, senza mai smarrire la rotta. Dieci canzoni di assoluta qualità e d'indiscusso livello che hanno mille frecce al proprio arco per colpire nel segno presso un pubblico ampio e trasversale, dal synthrock alla darkwave, dal post-punk al synthpop e molto altro, con picchi memorabili come la notturna e fascinosa opener "Beast" (splendido il refrain), la magnetica "Ten Commandments", l'accattivante hit "Dear Deer" e l'ariosa "Valson". Ammirevole come sempre il lavoro - professionalmente artigianale - dell'etichetta di Donat, che pubblica l'album nel digifile apribile con booklet (molto bella la veste grafica) e nei 30 esemplari dell'audiocassetta. La sentita esortazione è proprio quella di non sottovalutare un album di simile caratura solo perché non vi è dietro qualche grossa label, perché ancora una volta, come in innumerevoli altre occasioni prima d'ora, qualità, emozioni autentiche ed originalità stanno proprio qui, lontano dall'hype, dalle classifiche di nessuna reale fondatezza e dalle pubblicità pompose.
Roberto Alessandro Filippozzi
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https://blackjackilluministrecords.bandcamp.com/