03-05-2024
IRRADIATED WITH SOUND
"Confession"
(ScentAir Records)
Time: CD (69:42)
Rating : 7.5
Il sodalizio fra Konstantin Popov (voce) ed Alexander Makarov (musiche) ha avuto inizio nel lontano 1992, quando assieme cominciano a sperimentare col primo synth, e si è protratto sino agli albori del nuovo millennio, quando cause di forza maggiore hanno separato i due, ritrovatisi lontani in progetti differenti. Nulla di quanto fatto in quei primi anni è stato mai pubblicato, poiché a detta di entrambi il risultato lasciava molto a desiderare. Ad inizio 2021, arriva finalmente per i Nostri l'occasione di ritrovarsi e ridare vita al progetto IWS, e la voglia di recuperare il tempo perduto si traduce, nel marzo 2022, nell'atteso esordio ufficiale "Confession", seguito un anno dopo dal secondo doppio album "The Haze" (di cui parleremo più avanti, nel prosieguo del nostro recupero dei titoli della ScentAir). "Confession", foriero di puro synthpop, è sicuramente un bel biglietto da visita per il duo russo, che mette in campo evidenti abilità, qualche malizia ben appresa e tanto buon gusto, specialmente nella creazione di melodie efficaci e caratterizzanti. Sorretti da una produzione calzante e capace di evidenziare certi bei dettagli melodici intagliati con cura, Konstantin ed Alexander mettono in fila undici piacevoli brani carichi di romanticismo e malinconia, sopperendo con notevole e tangibile trasporto emotivo all'utilizzo di quella lingua madre che ci preclude la piena comprensione. Al netto della scelta linguistica, Konstantin si rivela abile nel modulare una vocalità apprezzabile, ben coadiuvato dall'egregio lavoro ai synth di Alexander. Una scrittura dalla spiccata sensibilità che non è esente da influenze importanti (i Depeche Mode del periodo compreso tra "Violator" ed "Ultra" fanno talvolta capolino, come in "Find Yourself" e nella carismatica "Flying Away", quest'ultima vero picco dell'opera), ma che riesce ad imporsi a suon di groove ben educati e finezze melodiche presenti in lungo e in largo, che si tratti di una title-track dal battito più incisivo, della dolcemente eterea e fluttuante "I Feel Good", della magnetica "No Passion" o dei restanti validi brani. Più che mirabile anche la scorrevolezza dell'ascolto, nonostante una durata che sfiora i 70 minuti e delle canzoni che si spingono fin oltre i sette, ma che mai si ritrovano a girare su sé stesse, a riprova di come il timone sia saldamente nelle mani dei due e la rotta ben tracciata. Un esordio promettente da parte di un act che ha dalla sua maturità, una buona dose di personalità, un notevole potenziale ed evidenti margini di crescita, sicuramente da tenere sotto stretta osservazione se il synthpop di qualità è il vostro pane. E se mai un giorno gli IWS dovessero riuscire anche a padroneggiare l'inglese, portando al contempo ogni aspetto della loro creazione al livello superiore, allora ne vedremmo davvero delle belle...
Roberto Alessandro Filippozzi
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