06-04-2024
TRIODE
"nullVector"
(Aliens Production)
Time: CD (47:20)
Rating : 7.5
L'IDM, intesa nelle sue accezioni più ricercate ed intelligenti, è, assieme all'equivalente in campo ambient, il tipo di musica ideale per i veri audiofili, anche se probabilmente in molto avrebbero da opinare. Non sfugge alla regola - ed anzi ne, incarna pienamente l'essenza - Triode, solo-project di quel Ryby che abbiamo imparato a conoscere sia come protagonista negli eccelsi Disharmony, sia come titolare dell'ottima Aliens Production, che come da copione rilascia anche questo secondo album dell'act slovacco, nuovamente in un essenziale digipack limitato a soli 50 esemplari. A poco più di un anno dall'apprezzato debut "Karma", Ryby torna ampliando il discorso in ogni senso, dal minutaggio (che ricordiamo piuttosto esiguo alla prima uscita) alla collaborazione attiva con altri tre nomi ruotanti attorno al roster della AP, proseguendo in un percorso dalla natura altamente filmica che affronta gli incubi, le angosce e le immagini oscure di uno scenario distopico fors'anche prossimo. Ancora una volta, il sound designer di Bratislava intreccia sapientemente pennellate d'oscura ambient, samples, ruvide folate droniche, melodie sognanti, beatwork ricercati, abrasioni industriali e quant'altro serva ad esaltare una vena atmosferico/cinematica di gran pregio, forgiata sulle esperienze tanto dei Disharmony quanto soprattutto del dismesso ed indimenticato progetto Oxyd. Il primo "incontro" arriva subito in apertura, ed è col sodale di sempre Robert Gajdos, qui nei panni di Headdreamer, ancora una volta al fianco del suo fidato compare nel penetrante gioiello oscuro "Silver Line", indubbiamente l'episodio migliore del lotto assieme a "Shadows", dove Ryby "incontra" invece il suo vecchio act Oxyd, sfoderando classe, intensità e grande pathos. Protagonisti sono soprattutto i suoni, di alta caratura e magistralmente rifiniti, come sottolinea l'ambientronica di "Cross", ed è con piacere che permane quella fascinazione già apprezzata sul precedente opus per i samples di cori gregoriani, che tornano ad impreziosire momenti come la minacciosa "Dementia" e la lunga "Utopia", summa delle prerogative di Triode che, nei suoi quasi 17 minuti, sfodera atmosfere sinistre e passaggi altamente oscuri. Tocca alla vena dronica, espressa nell'ossessiva "Dry Soul" (assieme a Stone Wired, progetto death industrial di quel George Turoczy che è nel roster della AP con l'altro suo act Human Vault) e nella conclusiva "Portal Off", donare un tocco drammatico ad un lavoro che, nelle tematiche sonorizzate, lascia deliberatamente poco spazio alla luce della speranza. Ennesima prova di alto livello da parte di un artista che sa come differenziare i propri progetti, facendo sempre in modo che nulla vada mai a discapito della qualità dei contenuti.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/triodeatmos
https://aliensproduction.bandcamp.com/