04-11-2023
WHALESONG
"Leaving A Dream"
(Zoharum/Old Temple)
Time: CD 1 (58:34), CD 2 (71:28)
Rating : 8
I Whalesong nascono nel 2009 a Tarnowskie Góry, Polonia, debuttando un paio d'anni dopo coll'EP "Filth" per la conterranea Old Temple, etichetta affascinata dalle sonorità più cupe e oscure nel metal/rock contemporaneo e d'avanguardia, sempre a fianco del quartetto capitanato da Michal "Neithan" Kielbasa (voce, chitarre ed effetti), fino a giungere a questo nuovissimo doppio album, per la prima volta realizzato in collaborazione con la famigerata Zoharum. Non un caso che le due label, così significative e professionali nella loro lodevole missione di promozione territoriale, uniscano le forze per questo disco fiume, che con molta probabilità lascerà un segno indelebile nell'annata che si appresta a concludersi. "Leaving A Dream" è il risultato di evoluzione, ricerca estetica e sonora, cominciata con album ("Roi Des Rats", nel 2016, "Disorder", 2017, o "Radiance Of A Thousand Suns", 2020) molto accattivanti, quanto però sporchi e ancora acerbi nella proposta della band; un industrial metal darkeggiante, che spazia tra sperimentalismi ambient/noise e decadenti tenebrismi post-rock. A quattordici anni dalla loro fondazione, i Whalesong sfoggiano però niente meno che il disco migliore della loro carriera. Ripulitosi dai ruvidi istinti metal/industrial d'inizio percorso, il suono di Whalesong si staglia ora su lidi ben oltre il minimalismo aggressivo del metal moderno. Psichedelie post-metal, rumorismi dark ambient, pennate elettriche sostenute da dolenti e disperate sezioni ritmiche ("Ascend!", nonostante il titolo, è più una folle catabasi), soluzioni semplici in grado di fondere atmosfere da brividi (la title-track, affidata ai suadenti gorgheggi femminili, fa venire la pelle d'oca). Nelle oltre due ore di musica non si registra nessun calo di tensione, e per la sorpresa generale, anche di ascoltatori che masticano il genere da molto più tempo, il lavoro scorre piacevolmente, senza noia, sempre vivido e spiritico. Inevitabile il paragone coi maestri del genere, quei leggendari Swans ritornati sul mercato questo stesso anno, ma la band di Kielbasa racchiude decenni di contaminazioni ("Struggle" e "Drinking From The Gutters Of Descension" sono sfuriate di doom/rock/metal acido, non meno fragorosi di certo extreme metal sperimentale); per non parlare poi di capitoli così intimisti e variegati da vivere di luce propria, spaziando dalla jazz/fusion (piacevolmente dark gli inserti d'ottone di "A Distant Memory") alle cadenzate nenie noise-rock/metal (veri e propri lamenti in note, come "From The Ashes"), fino a sfiorare poetiche cantautoriali neofolk, giusto a sottolineare quanto la ricerca stilistica del quartetto post-industrial sia preparatissima e universale. Un lavoro in grado di mettere tutti d'accordo: i metaller/rocker più eclettici, quanto i sostenitori di quei generi oscuri che hanno dimostrato un'erudizione invidiabile. I Whalesong sembrano pronti, e noi tifiamo per loro. "Leaving A Dream" supera di gran lunga molti colleghi che godono di eccessive e improprie attenzioni da case discografiche molto più ricche in denaro che in qualità, e la nostra unica speranza è che il nome del gruppo cominci a riecheggiare da ora in avanti come mai prima, perché, underground o no, non si può restare indifferenti di fronte a un così lodevole prodotto. Digipack a sei pannelli con tanto di booklet, ideale per i collezionisti.
Max Firinu
https://whalesong.bandcamp.com/