04-11-2023
VIRUS2020
"Khushue"
(Unexplained Sounds Group)
Time: CD (43:40)
Rating : 8
Dietro al monicker Virus2020, innegabilmente ispirato ahimè agli spiacevoli avvenimenti degli ultimi anni, si cela il nome di tale Rami Harrabi; musicista, compositore, sound designer, performer e videoartista originario di Sousse, Tunisia, che dà alle stampe per la Unexplained Sounds Group questo suo terzo lavoro di carriera, sotto la consueta supervisione dell'instancabile Raffaele Pezzella, titolare dell'etichetta qui impegnato nel mastering. Davvero non capita così spesso di imbattersi in personalità come quella di Harrabi. Classe '89, la sua avventura musicale inizia giusto un paio di anni fa, col debutto autoprodotto "I Don't Know" e il follow-up "SECT" l'anno seguente. L'opera di Harrabi vanta una profondità stilistica notevole, affondando le radici in un ethos arabo-mediorentale che ingloba realmente in un opus unico storia, cultura, arte e folklore della sua terra natia. "Khushue" è un lavoro meditativo e spirituale, in bilico tra passato e presente, luce e ombra, Bene e Male, Noi e Dio, costruito su un synth-ambient, a tratti colorito da qualche sprazzo industrial, ma soprattutto da tantissima tradizione etnologica locale, coi suoi incredibili strumenti popolari, che Rami si costruisce anche a mano pur di rievocare l'essenza storico-mitica di questo suo splendido percorso. Come reazione al caos e all'oscurità subita negli anni del covid, Harrabi ha risposto con un disco ricco di emozioni, trascendenza e immersione interiore, nonostante l'approccio minimale tipico di questa branca della musica indipendente. Un percorso spirituale in grado di ricongiungere con la Natura e la propria anima, illuminati da cultura e arti millenarie di cui Rami si può dire sia ormai rispettatissimo detentore. Una sensibilità unica e variegata, che sfocia anche oltre i confini prettamente territoriali, per un viaggio musicale mai noioso e monocorde. Ovvio non si tratta di un genere e un album così immediati, ma "Khushue" potrebbe comunque incantare più di un ascoltatore a digiuno di ambient e field recordings; perché aldilà dell'unicità di molti strumenti a corda o a fiato usati, ignoti a noi occidentali, l'inedita dimensione spiritual-sufista dark ambient del musicista tunisino non può lasciare indifferenti, con sfumature molto prossime alla vera ascesi, uno dei tanti bei doni che solo la vera arte e la sua introspezione riescono a regalare.
Max Firinu
https://virus2020.mystrikingly.com/
https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/