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Room 101

02-06-2023

SCENIUS

"Life Is A Thing"

Cover SCENIUS

(MMXX Records)

Time: CD (42:11)

Rating : 7.5

Non ha affrettato i tempi il duo di Leeds, che saggiamente torna con l'atteso secondo album - rilasciato in un essenziale digipack - a circa due anni e mezzo dal positivo esordio sulla lunga distanza "Enough Fears". A dispetto della giovane età del progetto, il produttore britannico Steve Withfield ed il cantante francese Fab Nau rappresentano due figure navigate della scena (il primo ha lavorato finanche con Cure, Mission e Yann Tiersen, mentre il secondo incide dischi con svariati act sin dai primi anni '90) che ben conoscono la materia come le sue malizie, nello specifico quel synthpop esplicitamente vintage che tanto deve a nomi fondamentali come Ultravox e primi Depeche Mode. "Life Is A Thing" riprende ed amplia il discorso iniziato col debut, portandolo al successivo livello di qualità ed efficacia grazie ad un lotto di canzoni compatto e maturo che non incontra cadute di tono. Il synthpop dei Nostri, squisitamente retrò senza mai risultare anacronistico o pretenzioso nel suo gradevolissimo taglio notturno, vive di un minimalismo perfettamente bilanciato che non presenta "vuoti", col suo groove ben educato che evita gli eccessi dettando cadenze immediatamente fruibili. Dopo aver scaldato i motori con la fascinosa title-track e la più ritmata "A Million To Go", l'album entra nel vivo col singolo "High Low", potenziale hit ottantiana che piace per pathos e raffinatezza, cui vanno affiancati per affinità l'altro singolo "Chinese Room", plastico e ritmato con classe, e quella "Escalation" che colpisce nel segno con melodie e groove. Ma sono tante le frecce all'arco del duo, abile e versatile sia vocalmente che nelle tessiture strumentali: dalle atmosfere notturne della suadente "La Même Nuit" e della drammatica "Hindsight" (entrambe sostenute da bei cori femminili) al groove vorticoso dell'intensa "Moon Fall", passando per le movenze sinuose della lenta "Rise Above" e per la raffinatezza cosmica della conclusiva "Hot Dust", in un lavoro che può vantare una completezza ed una scorrevolezza non comuni. Avevamo scommesso su un act promettente che partiva da solide basi, e non ci siamo sbagliati: gli Scenius compiono il passo in avanti che era lecito attendersi da loro, dimostrando di che pasta siano fatti, ed anche se l'impressione è che il meglio debba ancora venire, l'invito è certamente quello di premiare i loro ammirevoli sforzi ascoltandone gli eccellenti risultati.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://scenius.bandcamp.com/

https://www.facebook.com/sceniusband