10-04-2022
THANATEROS
"On Fragile Wings"
(Echozone)
Time: CD (57:58)
Rating : 7
Scioltisi ad inizio 2010, i Thanateros di Ben Richter (Vermilion Fields, EverEve, Phosphor) erano rientrati in pista nel settembre 2019 col quinto album "Insomnia", senza dubbio il più "gotico" e maturo dei loro lavori. Due anni e mezzo dopo, il quintetto tedesco pare voler tornare sui propri passi, e precisamente verso quel folk metal più versatile e accessibile del periodo "Into The Underworld" (2005), cui i Nostri uniscono elementi darkeggianti (finanche memori di certe suggestioni à la Fields Of The Nephilim) e qualche lieve finitura electro per legare un suono ancora decisamente robusto. Spesso e volentieri la trazione resta quella metal, con tanto di cavalcate in doppia cassa ("Burn", "Source Of It All"), mentre il lato folk è incarnato dal violino di Christof Uhlmann, che funge più da orpello rispetto a quel maggiore impiego che potrebbe spostare davvero certi equilibri. Ben, coi suoi ampi trascorsi fra gothic/dark e metal, è sempre quel frontman versatile ed efficace che conosciamo da oltre un ventennio (in particolare dai tempi di "Regret" degli EverEve), e la sua performance sorregge anche i momenti più ammiccanti, come il robusto goth-rock di "Black Forest Calling" e quella "Coven Of The Drowned" che vede l'ospite Johanna Krins (Bannkreis, Delva) prestare la sua voce in duetto. La cantante è però meglio impiegata - sempre assieme a Ben - nella drammatica "Solitude", indubbiamente fra i momenti migliori dell'album assieme alla più raffinata "We Are The Ravens", al picco di pathos "Nothing Lasts Forever" ed alla bonus-track conclusiva, ossia una riuscita cover in salsa gothic metal della storica hit di Kate Bush "Running Up That Hill". Dischi come questo, prodotti e suonati come si deve da gente esperta e smaliziata, sono una garanzia per chi ama qualche divagazione dark/goth in un contesto ancora ascrivibile a certo metal, ma per chi, viceversa, vorrebbe veder stemperata la verve metallica, c'è il rammarico che musicisti così preparati e capaci non vogliano abbandonare una certa qual "comfort zone".
Roberto Alessandro Filippozzi