18-12-2007
THOMAS NÖLA ET SON ORCHESTRE
"Vanity Is A Sin!"
(Punch/Masterpiece)
Time: (42:01)
Rating : 7.5
La Punch Records ha ormai un nome che è una garanzia per chi vuole ascoltare sonorità a metà tra il blues, il lounge e l'elettronica. La bizzarria delle produzioni di questa label nostrana sono dovute all'impegno con cui il suo creatore scova ogni volta in giro per il mondo nomi nuovi che possano essere in linea con il catalogo proposto: fatto tutt'altro che semplice, ma sembra che il nostro Tairy Ceron non riesca (per fortuna nostra) a sbagliare mai, azzeccando sempre l'artista giusto, sebbene a volte sconosciuto. Lo statunitense Thomas Nöla è uno dei nuovi arrivati nel panorama musicale, di lui si conosce pochissimo, e "Vanity Is A Sin!" sarà di certo l'album che gli darà una notorietà superiore. Thomas assorbe in pieno la lezione di Nick Cave and the Bad Seeds, sia dal punto di vista musicale che per la voce, per il look, se non addirittura per le pose adottate nelle fotografie, ma non si ferma all'imitazione. Se alcuni brani ripercorrono molto da vicino l'operato dell'intramontabile Nick the Stripper ("Iron Gate", "Sunday With Jacky"), altri puntano verso orizzonti differenti: dalla lenta ballata sixties a stelle e strisce ("Balaustine", "Children In The Fall") a passaggi torbidi e oscuri con forti arrangiamenti elettronici ("Tierlexicon", "You See Its Fingernails"), da lenti momenti blues-lounge più propriamente detti ("The Clown Is Dead") fino a giungere a un non meglio definibile minimal rock in "Vanity Is A Sin!", mentre memorie folk-popolari affiorano un po' ovunque a partire dalle immagini del libretto. Passaggi a sé stanti sono la bellissima cover del classico anni '30 "Bei Mir Bist Du Schon" di Sholom Secunda, esempio perfetto di old style cabaret vicino alle sonorità di Kurt Weill, e "Mis Mil Suenos De La Bruja", brano scritto e interpretato insieme a Demian di Ô Paradis che unisce il piglio mediterraneo e folklorico dell'autore spagnolo alle deviazioni blues di Thomas (interessante, ma non certo il top dell'album). Un taglio molto singolare viene dato ai pezzi tramite una sessione ritmica fatta di percussioni grezze in presa lo-fi, sparse un po' ovunque nel CD. Ancor più anomalo il pezzo "One Step To Heaven" costruito con un violino dai suoni sinistri e una tromba da marcia che rievoca manifestazioni sacrali di luoghi dimenticati. Il disco è un dedalo di vie che si dipana ben oltre le tracce che vi segnala lo stereo: vi è stata aggiunta infatti una sezione multimediale enorme con ben sette brani in formato mp3 (essenzialmente out-take e interpretazioni live che valgono come curiosità), illustrazioni e testi (anche se al proposito ancora mi domando perché non siano stati inseriti nel più comodo libretto). "Vanity Is A Sin!" è un album dalle mille sfaccettature che si inserisce con grande onore nella scuderia Punch. Scommetto che sentiremo ancora parlare di Thomas Nöla e della sua folle orchestra!
Michele Viali
www.myspace.com/etsonorchestre