05-06-2021
PISTON DAMP
"Making The World Great Again"
(Sub Culture Records)
Time: CD (55:01)
Rating : 9
Quella del duo danese/norvegese composto da Truls Sønsterud e da Jonas Groth (fratello del più noto Stephan, leader di quegli Apoptygma Berzerk di cui lo stesso Jonas è membro nei live) è una storia che parte da lontano, e precisamente dal 2000, ma pause ed impegni hanno impedito ai PD di fare il loro ingresso ufficiale sul mercato discografico sino ai giorni nostri. Lo scorso ottobre l'act scandinavo ha iniziato a farsi largo nella scena, rilasciando il primo di tre singoli digitali che hanno fatto da degna introduzione al debut album, che finalmente vede la luce grazie alle attenzioni della Sub Culture di Per Aksel Lundgreen. Tanta attesa è stata ampiamente ripagata, giacché "Making The World..." si rivela un esordio di altissimo livello (qualitativo come di contenuti) che dimostra una volta in più come a certe latitudini il synthpop ce l'abbiano nel sangue e lo sappiano fare come nessun altro, in quanto figli di una tradizione musicale - quella scandinava - che ha fra i suoi punti fermi nomi epocali della musica pop quali Abba ed A-ha. Sulla scorta di suoni avvincenti (con un tocco analogico che funziona perfettamente ed inebria), di un innato senso della melodia e di una produzione inappuntabile, i due confezionano un'opera impeccabile da cima a fondo, dall'impatto della fresca e ritmata "Hearts On Fire" sino al magnifico atto finale "Another Pain", le cui movenze cosmiche e vintage testimoniano di una capacità di scrittura decisamente superiore. Ai riuscitissimi singoli di cui sopra (l'intensa "Runaway", la melodiosa ed appassionata "Something In Me" e la sontuosamente strutturata "Loose Ends") rispondono brani che non sono da meno quanto a fruibilità, spessore e qualità come "Depth Of Your Eyes" (intrisa di puro pathos ed elevata da archi mirabilmente arrangiati), la romantica "Never Thought It Would End", la travolgente ed irresistibile title-track e la ballabile ed intensa "Don't", tutti marchiati da una vocalità - ad opera di un Jonas che sa sempre condurre i suoi avvincenti cantati verso refrain memorabili - semplicemente ottima e decisiva nell'incanalare le giuste emozioni. In un lavoro in cui tutto funziona a meraviglia, non sono da meno anche frangenti semi-strumentali come l'atmosferica "Factor Out" o quella "Sacred Secret" dal taglio vintage/cosmico che ben integra cori di derivazione gospel, mentre a "Testimony" si perdona facilmente una certa assonanza con i già citati APB, specie in virtù di cotanta classe. Un disco che cattura sin dal primo ascolto, che seduce con la sua immediatezza e completezza e che non potrà lasciare indifferenti gli estimatori del miglior synthpop: un esordio col botto, vero e proprio centro perfetto che proietta i PD dove meritano di stare, ossia nel gotha della miglior elettronica europea.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://subculturerecords.bandcamp.com/