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Room 103

03-12-2007

DIARY OF DREAMS

"Nekrolog 43"

Cover DIARY OF DREAMS

(Accession/Audioglobe)

Time: (71:48)

Rating : 9

Dopo tre lunghi anni d'attesa esce finalmente il nono studio-album dei tedeschi Diary Of Dreams, reduci dal grande successo di critica e pubblico riscosso dal precedente "Nigredo" e dal relativo tour (celebrato degnamente dall'eccellente DVD live "Nine In Numbers" lo scorso anno). Le aspettative, alimentate a dovere dalla lunga attesa, erano altissime, anche perché con "Nigredo" la band di Adrian Hates si era definitivamente affrancata dalla scena prettamente electro, passando di fatto ad un suono estremamente più organico, oscuro e gotico con risultati d'assoluta eccellenza e portando il proprio live-show a nuovi entusiasmanti livelli. Una band dal passato in costante ed inesorabile crescita album dopo album che, con "Nigredo", aveva finalmente fatto il passo decisivo verso la ricerca di un sound sempre più personale, unico ed inconfondibile, dunque. Ed i tre anni di attesa vengono oggi ripagati al meglio con un nuovo full-length che, pur marciando dritto nel solco tracciato dal precedente album, ne amplia ed arricchisce il discorso, facendo nuovamente perno su di un oscuro concept curato in ogni dettaglio (inclusa la consueta, splendida veste grafica) dal mastermind Adrian, e a quanto pare legato a quello dello stesso "Nigredo". Il suono odierno dei Diary Of Dreams si è fatto ancor più organico e slegato dalle logiche electro, al punto che la componente elettronica viene oggi sfruttata al meglio non come base di partenza, bensì per cesellare ad arte ritmi ed arrangiamenti e per arricchire di sfumature un sound sempre più orientato verso la ricerca dell'atmosfera e delle emozioni, complice una produzione sempre più rifinita e ricca. Apre sontuosamente la cupa e notturna title-track, il cui incedere macchinoso è ormai un marchio di fabbrica per la band così come il suo drammatico refrain, ma l'incisivo e trascinante singolo "The Plague", esempio perfetto di come il 'diario dei sogni' possa e voglia aprirsi ad un pubblico più ampio di quello dei dancefloor oscuri, sembra voler porre l'accento su di una costruzione pensata appositamente in chiave live, come dimostrano anche la solida e drammatica (nel più tipico stile Diary Of Dreams) "hypo)crypticK(al", la più diretta e quadrata "UnWanted?" e la ritmata e muscolare "Remedy Child", energiche ed opportunamente corredate dalla tagliente chitarra di Gaun:A (il cui lavoro si fa sempre più importante col passare del tempo). Denotano grande classe "Son Of A Thief" (anch'essa macchinosa, ma dotata di un refrain malinconico delizioso), la nervosa, oscura ed affilata "Malice" e la melodica ed ariosa "The Darkest Of All Hours", ma il combo teutonico, a testimonianza di una precisa volontà di crescita costante, dà il meglio di sé quando osa di più, come dimostra la sublime costruzione delle strutture che compongono perle quali l'intensa e drammatica "Tears Of Joy" (con un Adrian superlativo alla voce), la soffusa ed enfatica "Matching Lives", l'appassionata e triste "Congratulations" e la gelida ed avvolgente "alLone", veri esempi delle vette emotive che la band è in grado di toccare oggi. Chiusura memorabile con "The Valley", dove Adrian si cimenta col solo ausilio del piano in una ballad dagli accesi toni drammatici di rara intensità e bellezza. Una ricerca sonora che non si è certo fermata con "Nigredo", ma che da esso è (ri)partita verso una perfezione formale e stilistica che appare ormai quasi completamente conseguita da Adrian e soci (anche se a farne pressoché totalmente le spese sono stati certi episodi squisitamente danceable che restano nel cuore dei fans): in tal senso "Nekrolog 43" non è ancora il disco perfetto da cima a fondo, ma rappresenta un ulteriore passo verso un traguardo fondamentale (ad esclusivo appannaggio dei migliori) che di certo i Diary Of Dreams riusciranno presto a tagliare. Semplicemente fra i migliori e più credibili portabandiera del suono gotico odierno, nonché nome ormai imprescindibile per ogni vero appassionato di musica oscura.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.diaryofdreams.de/

http://www.accession-records.de/