03-12-2007
PAINBASTARD
"Borderline"
(Accession/Audioglobe)
Time: (74:27)
Rating : 5
Il recente doppio EP in compagnia dei [:SITD:] ci aveva tratti in inganno, lasciando presagire che dal quarto album di Painbastard ci si potesse attendere una prova ben migliore del mediocre predecessore "No Need To Worry", uscito appena un anno fa... Purtroppo dobbiamo ricrederci: il progetto del tedesco Alex Pitzinger, infatti, incappa in un ulteriore passo falso con un album troppo lungo e privo di reali motivi d'interesse, a partire dalla discutibile idea di suddividere in specifiche parti le due nature del songwriting, ossia 'rabbia' e 'malinconia'. Apre le danze la parte 'rabbiosa', composta da nove brani tutti all'insegna di un sound harsh-EBM dove i bpm corrono sempre disperatamente verso il dancefloor, con la fatidica voce tagliente e lancinante di Alex ed i soliti synth di stampo techno che donano un che di melodico e vorticoso più o meno ad ogni episodio... Cattiveria, cattiveria e ancora cattiveria, ma questa presunta 'rabbia' non convince proprio mai, risultando infine piatta e priva di reale trasporto emotivo (con l'aggravante dell'esclusione della valida "Nyctophobia", brano portante del succitato split-EP); a poco serve la comparsata vocale di Nemrod dei Dementi (niente battute, please!) in "Hope Dies Last", e neppure Amnistia riesce ad andare oltre un'EBM più muscolare e fisica nella sua 'traumatizzazione' di "Borderline Reprise"... La parte 'malinconica' si apre con "Mondscheinsonate", ossia la poco riuscita interpretazione di Painbastard della celebre sonata per pianoforte "Chiaro Di Luna" dell'amato Ludovico Van (stiamo parlando di Beethoven, per chi non avesse colto la citazione cinematografica); più cadenzata e maligna "Stirb' Noch Nicht", puntualmente dotata di synth melodici (prerogativa quasi irrinunciabile per il Nostro), mentre "Liebe, Die Verbrennt" riprende ancora un tema della sonata di cui sopra, rivelandosi infine uno strumentale melodico e groovy. La rabbia rispunta fuori prepotentemente anche in "Parting From You", che dopo una partenza pacata assume nuovamente i tratti della club-hit accesa e prepotente, mentre il finale è affidato alla più cadenzata e ragionata "Beyond All Borders", intensa e giocata su soluzioni interessanti, segno di come al buon Alex manchi 'solo' (si fa per dire!) il coraggio per tentare altre strade, ma non certo le capacità... Anziché prodigarsi nello sforare assolutamente i 70 minuti di durata per poi dividere in due la tracklist, consigliamo a Mr. Pitzinger di concentrarsi su di un numero minore di brani e di curare maggiormente la diversificazione di un songwriting che, più che di frammentazioni, necessità solo di più fegato: in caso contrario, il baratro sarà inevitabile...
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.accession-records.de/