21-12-2020
ALIEN SKIN
"New Romance: 1984"
(ScentAir Records)
Time: CD (39:18)
Rating : 7.5
A poco più di un anno di distanza dal precedente "P.O.P. POP", lo scorso febbraio il veterano George Pappas è tornato col dodicesimo full-length della sua creatura Alien Skin, anche stavolta sotto l'egida della russa ScentAir. Sebbene si tratti a tutti gli effetti di un nuovo album, "New Romance: 1984" è in realtà un tuffo nel passato dell'artista australiano, poiché i brani inclusi sono quelli che il Nostro aveva composto e suonato dal vivo nei club di Melbourne nei primi anni '80 assieme al singer Stephen Beckett sotto il monicker Strange Silence, quando la scena musicale del luogo era dominata dal rock ed era arduo farsi strada suonando synthpop, qui rielaborati alla luce dell'enorme esperienza maturata da George nelle sue quattro decadi di attività (che, lo ricordiamo, include anche la militanza nella pop band australiana Real Life). Coadiuvato ai cori dal compagno d'etichetta Aidan Casserly (Empire State Human), George ha inteso mantenere inalterato lo spirito di questi vecchi brani evitando di farli suonare come se provenissero effettivamente dagli 80s, dando così nuova vita a dieci momenti di piacevole synthpop dalle venature new wave e post-punk con la consueta classe ed eleganza, sia vocale che strumentale. Dieci brani che funzionano tutti egregiamente, tanto nei passaggi più groovy e spiccatamente retrò nelle soluzioni ("When The Wind Blows Mary", "She Lives In Tunnels", "Waiting For Heaven") quanto nei risvolti più magnetici ("It Came From Outer Space" e l'algido gioiellino "She's Glass", col suo splendido refrain), oltre che in quei momenti che meglio denotano la classe e l'eleganza di cui sopra ("The Rubber Room" e la passionale "Darkroom Sanctuary"), fra echi darkwave ("She Looks A Lot Like Martin Gore From 1984"), melodie dirette e immediate ("Stay Away From The Lollipop Clown") e minimalismi intrisi di romanticismo ("Dreams Of A Boy"). Un'occasione molto ben sfruttata per riportare alla luce dei primi vagiti artistici che già denotavano un gusto compositivo superiore alla media, e che oggi, in questa loro riproposizione che sa di opportuno perfezionamento e definitivo fissaggio, funzionano a dovere, aderendo molto bene allo stile inconfondibile di Alien Skin ed evitando accuratamente l'effetto revival.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.alienskinmusic.com/