27-11-2007
ELISABETHA
"Über Das Prinzip Der Unschuld"
(Beverina)
Time: (79:18)
Rating : 7
Quello che si apre con la release qui in esame sembra davvero essere un nuovo corso per il trio austro/tedesco, specie dopo le palesi ingenuità (riconducibili ad un approssimativo sound diviso fra dark ambient e black metal, perpetrato attraverso una quindicina di release fra demo, CDr e 7") del fumoso passato della band, comprendente membri di oscuri progetti della grey/brown area quali Bonemachine/B-Machina, Wach e Ceremony Of Innocence. Questo primo full-length ufficiale, edito dalla cult-label lettone Beverina e stampato in una pregiata confezione digipack dorata (nonché limitato a sole 500 copie, a cui si aggiungono le 25 dell'edizione con package differente e bonus-CDr 3"), ci mostra infatti un gruppo che ha trovato una nuova visione d'insieme, aiutato in questo dalla scelta di musicare brani degli scritti di Edgar Allan Poe e di ispirarsi ad essi (nonché all'opera di Bram Stoker) nella composizione delle musiche. Ne scaturisce un lavoro sicuramente molto lungo ma non monolitico, e questo grazie alle variazioni messe in atto dal trio nel tentativo di rievocare le atmosfere tanto sapientemente delineate dalla penna del grande Poe, ma anche quelle dei vecchi film muti (come il "Nosferatu" di Murnau). L'opera, ad eccezione della prima e dell'ultima traccia (in pratica intro ed outro, entrambe di stampo dark ambient), ruota attorno a temi neoclassici di buon effetto dettati per lo più da piano e violino, cui si alternano di volta in volta scrosci di pioggia, pompose aperture marziali, impetuose raffiche di vento, oscure declamazioni di versi, temi liturgici, inquieti caroselli sonori, pulsioni industriali e quant'altro, talvolta ricreando l'effetto delle incessanti sonorità che si dipanano nelle antiche cattedrali. Spiccano, ovviamente, le tracce più lunghe ed elaborate: ci sono gli oltre 11 minuti di "Fortenqualen Der Inneren Hölle" (che si chiude con un giocoso quanto curioso tema di piano), oppure i 29 minuti di "Morella" (un mastodonte in cui trovano posto un malevolo organo, un frangente fiabesco in odore di soundtrack e persino una ripresa del celebre "Adagio" di Albinoni), o ancora i 22 minuti di "Die Glocken", quest'ultima vero apice del dischetto in virtù dei pregiati ed ispirati ricami di piano, nonché giocata (come del resto anche "Das Vorzeitige Begräbnis") sull'alternanza fra questi ed i foschi squarci industrial. Molte idee non sono ancora state messe perfettamente a fuoco e la produzione necessita sicuramente di maggior fluidità e cura, ma il trio sembra comunque aver imboccato la strada giusta, ed al termine dell'ascolto l'impressione è che per gli Elisabetha sia realmente iniziato un nuovo corso, che con un po' di fortuna potrebbe traghettarli verso traguardi artistici degni di nota. Da tenere d'occhio.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/elisabethaband
http://www.myspace.com/beverina