29-03-2020
BLACKIEBLUEBIRD
"Goodbye In July"
(Aenaos Records/Poisonic/T&E Records)
Time: CD (37:04)
Rating : 7.5
Sedici mesi dopo il mirabile esordio "Ghost River", il duo danese BlackieBlueBird torna ad incantarci con la sua formula a base di intimo ed appassionato dream-pop col nuovissimo "Goodbye In July", racchiuso in un elegante digipack a sei pannelli (300 le copie prodotte) e disponibile anche nei 200 esemplari dell'edizione in vinile. Una formula che non muta nell'assetto, con Heidi Lindhal protagonista dietro al microfono e Nils Lassen impegnato con basso, mandolino e chitarre (acustica, elettrica e lap steel, oltre che compositore unico e produttore dell'album), coadiuvati da un paio di ospiti per i pochi ma significativi interventi di armonica e guitarloop. Nemmeno nella sostanza si riscontrano significative mutazioni, giacché il duo prosegue nel solco del fortunato e maturo esordio, lasciando che siano le emozioni a guidare un suono gentile e carezzevole che seduce senza sfruttare facili malizie, poggiando sull'ottimale lavoro delle corde, senza che alcun impianto percussivo ne detti le movenze. Spetta alla fragile malinconia di "What Time Is It?" aprire le danze, in un lavoro che limita i toni umbratili alla scura "Destiny" ed a quella "Many Many Many Tears Ago" che genera un abbraccio ideale tra il dream-pop e la "desert ballad" notturna. Una forte passionalità attraversa ognuno degli undici brani in scaletta, e in special modo la paradigmatica "Battered, Beaten But Not Broken", in un lavoro dove è il lato più dolce a dominare: dalla suadente title-track all'ariosa "Sorry Lives Here No More", dalla cullante "Oh Fever My Fever" alla più luminosa "Love Me Like You've Never Been Hurt", sino all'intima "Break It". Molto bene anche l'ariosa "Who Loves The Lover", dal più evocativo taglio folk, e la conclusiva "Summersnow", capace di implementare dinamiche più accostabili a certo pop, in un album ben riuscito ad ogni livello che conferma tutte le buone impressioni destate dal debut di fine 2018, e che ribadisce con grande onestà quali siano le peculiarità per cui vale la pena seguire l'arte di questo ammirevole act.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://blackiebluebird.bandcamp.com/