23-09-2019
STILLE VOLK
"Milharis"
(Auerbach Tonträger)
Time: CD (45:52)
Rating : 8.5
Nel venticinquesimo anno dalla loro fondazione, i francesi Stille Volk tornano ad incidere per la blasonata Prophecy Productions dopo "Satyre Cornu" del lontano 2001, e segnatamente per la sua divisione folk Auerbach Tonträger, che pubblica non soltanto il nuovo album in due edizioni (CD singolo e doppio CD con tre tracce bonus), ma rilascia anche le 500 copie del magnifico artbook "Los Cants De Pyrène", comprendente tutti e sei i precedenti full-length della band più un settimo dischetto coi demo dal '94 al '96. Cinque anni dopo "La Pèira Negra" (edito dalla Holy Records, etichetta storica della band sin dall'esordio nel '97) e a seguito della parentesi La Breiche che due anni fa ha coinvolto Lafforgue ed Arexis, il trio dei Pirenei torna in grande stile con un lavoro che prosegue nel solco del classico pagan folk mistico e progressivo firmato Stille Volk, e che ci consegna una act letteralmente nel pieno della forma. Gli elementi ormai tipici del sound dei Nostri ci sono tutti, dalla mirabile vocalità di Lafforgue alle splendide porzioni corali, dalle melodie folk finemente ricamate dalle chitarre acustiche al sempre puntuale apporto percussivo, passando per strumenti tradizionali come la ghironda e la nyckelharp, per un suono sempre magnificamente ancorato alla tradizione folkloristica (benché meno medievaleggiante col passare degli anni) e, al contempo, capace di colorarsi di nuove entusiasmanti sfumature nelle sue forme più progressive. La nuova fatica, magnificamente prodotta, confezionata (in un mirabile digipack completo di booklet), suonata e arrangiata, si presenta particolarmente intensa sin dall'iniziale "Sous La Peau De La Montagne", solenne e marziale, e non è da meno il folk medievale di "L'Aurost Lunaire", mentre "Incantation Mystique" incarna al meglio il lato più squisitamente prog del combo, fra austere cadenze e passaggi accesi. Dall'alto della loro esperienza e di una coesione non comune, i tre non sbagliano letteralmente un colpo, sia che si tratti dell'eclettica e magnetica "Le Crépuscule Du Pâtre", sia quando le trame tornano ad allinearsi a stilemi più tradizionali come nell'appassionata "La Mòrt De Milharis", ed in un contesto così ispirato funzionano a dovere finanche gli intermezzi oscuri, come "Neige Que Versa Le Ciel Noir..." e la misterica dark ambient di "Dans Un Temps Qui N'A Pas D'Histoire...". Molto bene anche la sontuosa "La Grotte Du Jadis", dai tratti sciamanico/marziali, ed una carismatica "Sacré Dans La Tourmente" che si tinge di folk-rock, così come quella "Parmi Les Monts Oubliés" che chiude l'opera con le sue ariose movenze. Senza alcun dubbio "Milharis" rappresenta uno dei lavori più completi, solidi, ispirati e riusciti da parte di un act dalla personalità unica che, nonostante la lunga attività, ha ancora la volontà, la tenacia e le capacità necessarie per rimettersi in gioco e spostare ancor più in alto l'asticella, riuscendo nell'impresa con la classe che compete ai migliori. Chapeau!
Roberto Alessandro Filippozzi
https://stillevolk.bandcamp.com/