29-10-2007
DIE KRUPPS
"Too Much History Vol. 1 & 2"
(AFM/Audioglobe)
Time: CD1 (54:07) CD2 (55:21)
Rating : 7
Sui Die Krupps si è sempre discusso molto: c'è chi li ama incondizionatamente, chi li ritiene il classico esempio di band sopravvalutata o chi li ha ascoltati soltanto per un certo periodo artistico, visto che i nostri hanno mutato negli anni il loro sound. "Too Much Hystory" (un doppio CD venduto anche in singoli dischetti separati) esce per festeggiare i 25 anni di attività del combo tedesco, tra i pionieri dell'Electro Body Music fin dal lontanissimo "Stahlwerksymphonie" (era il 1981) ed ancora oggi considerato fondamentale per lo sviluppo della suddetta scena negli eighties. Il primo dischetto raccoglie il lato elettronico dei Die Krupps, quello sicuramente più amato dal pubblico, grazie a perle del calibro di "Machineries Of Joy" (realizzata originariamente con Douglas McCarthy dei Nitzer Ebb), "Der Amboss" o "Germaniac", canzoni per l'occasione riproposte in una nuova versione 'aggiornata' (così come tutte le altre presenti nella raccolta); a dire la verità cambia poco, anche se gli arrangiamenti e la produzione sono stati resi molto più 'efficaci' e moderni. Il secondo CD (sottotitolato "The Metal Years") mostra invece il volto più moderno dei Die Krupps, quello dominato da chitarre pesanti sullo stile dei Ministry, che fece scuola nei primissimi anni novanta. A pensarci bene gli stessi Rammstein degli esordi hanno preso molto da gente come Laibach e Die Krupps, riuscendo però, al contrario di questi ultimi, a potenziare maestosamente le loro creazioni musicali fino a trovare un grande sbocco commerciale: in questo i Die Krupps non ebbero mai fortuna. Ad ogni modo è ancora un piacere riascoltare brani come "Crossfire", "Bloodsuckers" o la convulsa "Metal Machine Music", episodi che hanno alzato uno spartiacque tra i vecchi e i nuovi Die Krupps, un nome che però negli anni novanta perse molta popolarità proprio per l'avanzare incontrastato di nuovi fenomeni elettronici legati anche alla scena industrial. Per i più giovani questo doppio CD potrà comunque riservare parecchie sorprese, ma anche i vecchi cultori della band potrebbero riscoprire la forza inesauribile di un gruppo che poteva e doveva puntare molto più in alto...
Chemnitz