18-01-2019
STEVE ROACH
"Mercurius"
(Projekt)
Time: CD (73:57)
Rating : 7
Trentasette anni di onorata carriera ed una produzione discografica che supera i 150 titoli sono l'attuale biglietto da visita del decano californiano Steve Roach, che chiude il suo personale 2018 con "Mercurius", quinta fatica sulla lunga distanza nell'anno appena trascorso. Ancora una volta sotto l'egida di quella Projekt che ne condivide le sorti sin da metà anni '90, il nume tutelare dell'ambient music realizza l'ennesima fatica discografica prendendo le mosse da una concettualità tipica del genere, ma come sempre sostenendone sia le intenzioni che il tema stesso con adeguati e confacenti contenuti sonori, a differenza di quell'arte moderna che, se spogliata di un titolo, non andrebbe in alcuna direzione. Queste le note ufficiali che ben veicolano il messaggio dell'album (racchiuso in un essenziale digipack): "Mercurius è una risplendente espressione sonora sulla psicologia e sulla spiritualità dell'impermanenza e sul trovare conforto negli spazi liminali nel mezzo. Andare oltre la sicurezza di nominare le infinite sfumature intrinseche all'essere umano è solo uno dei fili dell'intenzione intrecciati in questa musica. Composta in quattro movimenti, Mercurius è una sentimentale risonanza sull'ineffabile.". Un tema ideale per essere musicato attraverso le modalità dell'ambient, anche pensando a come il mercurio liquido plasmi figure argentee che paiono vive nel loro movimento: da queste premesse, Roach dà vita alle quattro lunghe tracce che compongono l'opera, che si estende sino a lambire i 74 minuti di durata. Le linee ambientali, perfettamente levigate e rifinite, scorrono morbidamente con immane carica eterea: dalla misterica "Liminal" alla sospesa "Immanent", passando per l'algida sottigliezza di "Aeon" e chiudendo con le movenze ancor più minimali della title-track, in un ennesimo viaggio introspettivo e meditativo abilmente musicato dal longevo compositore americano, inesauribile punto di riferimento per ogni sincero appassionato di musica ambient. Senza dubbio il periodo in cui nella sua musica confluivano anche i ritmi permetteva esplorazioni più ampie, ma l'opera di Roach, pur senza reinventarsi ad ogni passo, ha scavato nella roccia come un inarrestabile rivolo d'acqua sino a raggiungere vette assolute di perfezione formale, giungendo con "Spiral Revelation" (2017) sino ad una prestigiosa nomination ai Grammy nella sezione 'new age'.
Roberto Alessandro Filippozzi